Primo Soccorso
Pronto intervento in età pediatrica
Trauma dentale
Un trauma dentale può verificarsi durante le consuete attività di gioco del bambino e riguarda spesso non solo i denti ma anche altre strutture della bocca come le labbra, la lingua e le guance. In caso di traumatismo importante può essere coinvolto anche più denti e anche le strutture ossee che li sostengono. I bambini da un anno e mezzo a circa 3 anni vanno incontro spesso a questo tipo di trauma perché cadono con frequenza. Circa la metà dei bambini ha un’esperienza di trauma dentale (le fratture della corona sono il trauma più frequente). Il trattamento di una dente traumatizzato varia in maniera importante in relazione alla gravità del trauma.
Cosa si intende per trauma dentale
Un danno a un dente e/o alle sue strutture di sostegno. Più frequentemente nel bambino si verifica la perdita di un frammento della corona degli incisivi. In alcuni casi il dente può subire una rottura (frattura), una mobilizzazione sulla gengiva (lussazione), un parziale rientro nella gengiva (intrusione), un parziale “sfilamento” (estrusione) o la completa fuoriuscita (avulsione). Queste lesioni sono di gravità diversa e comportano interventi differenti.
Cause
Qualunque caduta, un urto contro un mobile o un oggetto duro e resistente o un colpo accidentale da parte di un coetaneo può causare un trauma dentale. I bambini piccoli sono frequentemente soggetti per l’irruenza con cui si muovono sia in casa sia durante il gioco all’aperto. Nel caso dei bambini più grandi e dei ragazzi le occasioni sono rappresentate dalle attività sportive, gli incidenti in bicicletta, in motorino ecc.
Cosa fare
La velocità di intervento ha un’importanza notevole nel salvaguardare il destino del dente interessato dal trauma anche se, come vedremo, le possibilità di intervento da parte dell’odontoiatra cambiano molto a seconda che si tratti di un dente deciduo (comunemente detto “dente da latte”) o di uno definitivo (spuntano generalmente dopo i 5-6 anni di età in sostituzione di quelli decidui). Non cambia invece l’intervento immediato che deve fare la persona che sta prendendosi cura del bambino in quel momento.
La ferita va risciacquata con acqua fredda e si può posizionare un impacco di ghiaccio sulle labbra e sugli altri tessuti vicini per ridurre gonfiore e dolore. Il sanguinamento può essere fermato anche comprimendo la ferita con una compressa di garza sterile. Se non si interrompe spontaneamente nel giro di 5-10 minuti, è probabile che sia necessario apporre dei punti di sutura.
Un dente che ha subito un trauma può causare dolore intenso, aggravato spesso dalla presenza di ferite della mucosa orale e dal trauma di altre parti del viso (guance, mandibola). In questo caso può essere utile somministrare al bambino un analgesico (paracetamolo o ibuprofene ai dosaggi consigliati dal pediatra).
Non tutti i traumi sono di uguale gravità. In molti casi vi è urgente necessità dell’intervento dell’odontoiatra. Esaminiamo alcuni dei più tipici traumi dento-alveolari per descriverne le caratteristiche e i comportamenti da tenere.
- Distacco di un piccolo frammento della corona, generalmente a carico dei denti anteriori. È un trauma frequente nei primi anni di vita, per fortuna spesso a carico dei denti decidui. In questo caso può bastare una delicata pulizia della ferita e il tamponamento con ghiaccio per limitare gonfiore e sanguinamento. A distanza di qualche tempo il dente può perdere la sua brillantezza e assumere una colorazione grigiastra perché la polpa è degenerata in conseguenza del trauma.
- Frattura della corona e/o della radice. In questo caso la situazione è più grave perché può esserci esposizione o comunque un danno importante alla polpa del dente. Soprattutto per i denti permanenti, dopo i primi interventi di pulizia e con l’impacco di ghiaccio applicato, è necessario ricorrere subito alle cure di un odontoiatra se si vuole salvare la polpa evitandone la “morte” (necrosi).
- Intrusione del dente. In conseguenza del trauma il dente viene spinto all’interno dell’osso alveolare. Come risultato si può avere l’impressione che il dente si sia accorciato o sia sparito del tutto. Se il dente coinvolto è un dente deciduo, un’intrusione sino a 3 mm in genere non comporta particolari rischi per il germe del dente permanente soprastante; oltre i 6 mm di intrusione, invece, la prognosi per il germe del dente permanente spesso è sfavorevole. In una situazione del genere occorre comunque applicare un impacco di ghiaccio e ricorrere al più presto alle cure di un odontoiatra.
- Estrusione del dente. Si parla di estrusione quando il dente è parzialmente al di fuori dell’alveolo. Il dente è mobile e appare più alto di prima. Va riposizionato il più presto possibile ed è perciò indispensabile ricorrere quanto prima alle cure di un odontoiatra.
- Lussazione del dente. La lussazione comporta lo spostamento del dente in direzione delle labbra, della lingua o lateralmente. Se la deviazione è inferiore ai 5 mm, la polpa del dente può rimanere vitale nel 50% dei casi. Nei bambini di 1-2 anni la lussazione si verifica spesso perché l’osso che circonda i denti decidui è abbastanza elastico, essa è accompagnata da una leggera emorragia gengivale. In questo caso è necessario riportare il dente lussato nella sua posizione originaria premendo delicatamente con le dita. È bene ricorrere comunque al più presto alle cure di un odontoiatra.
- Avulsione. È una evenienza particolarmente grave. Il dente che ha subito il trauma è completamente distaccato dall’osso alveolare e il legamento parodontale è rotto. È lo stesso che accade quando un dentista estrae un dente! Cosa accade quando il dente è avulso? Lo strato protettivo attorno alla radice (il legamento periodontale) si essicca presto e muore, a meno che il dente non venga reimpiantato velocemente. Ogni minuto al di fuori della bocca comporta la morte di molte cellule del legamento periodontale. Trascorsi 15 minuti dall’avulsione, se il dente resta asciutto, il danno alle cellule periodontali è irreversibile. Nel caso di dente permanente, questo va riposizionato al più presto nell’osso alveolare e stabilizzato per permettere che si ristabilisca al meglio il legamento parodontale e le altre strutture che sostengono, nutrono il dente e ne garantiscono la sensibilità. Quanto prima viene fatta questa operazione, quanto più elevata sarà la possibilità che il dente sopravviva. Purtroppo già dopo un’ora dal trauma la percentuale di successo sarà ridotte del 75%.
Prevenzione
Molti traumi dentali sono prevenibili. Per quanto attiene ai bambini nei primi anni di vita, le case vanno controllate per evitare che ci siano condizioni che favoriscono cadute o traumi importanti. Vanno apposti cancelli per bloccare l’accesso alle scale, imbottiti gli spigoli dei mobili, eliminate le possibilità di arrampicarsi. Il bambino non va mai lasciato incustodito se è sul seggiolone o sul fasciatoio.
Il seggiolino (infant seat) va sempre appoggiato per terra, mai sui tavoli o sulle sedie, perché i movimenti del piccolo possono farlo ribaltare provocandone una rovinosa caduta in avanti.
Quando il bambino ha l’età per essere portato al parco giochi occorre vigilare sempre per limitare almeno in parte la fisiologica irruenza nei movimenti. Attenzione anche a un uso adeguato delle attrezzature disponibili.
Non sono insoliti traumi dovuti al fatto che i bambini scendono dallo scivolo sdraiati con la testa in avanti, si lanciano dall’alto della piattaforma della scaletta, e quant’altro la fantasia e la non consapevolezza del rischio può suggerire.
Il bambino in auto deve viaggiare sempre assicurato o sull’apposito seggiolino o legato con le cinture quando ha raggiunto età e dimensioni che lo permettano.
Tutti i bambini/ragazzi che praticano sport di contatto devono indossare un paradenti per evitare i traumi dentali (football americano, hockey su ghiaccio o su ruote, rugby ecc).
Un’altra utile misura di sicurezza è un elmetto protettivo con mentoniera per i ragazzi che praticano ciclismo, skatebording, pattinaggio in linea. Un ragazzo che pratica sport e non utilizza una protezione della bocca e dei denti corre il rischio di un trauma dentale 60 volte maggiore del previsto.
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