LARINGITI -Fattori predisponenti
- Fumo: alterando il normale movimento delle “ciglia” di cui sono dotate le cellule della mucosa delle prime vie respiratorie (clearance mucociliare), il fumo favorisce il ristagno delle secrezioni mucose e, in tal modo, il contatto con gli agenti infettivi.
- Alcol: svolge un’azione irritante locale diretta al momento della sua ingestione.
- Traumatismo vocale (professionale o non).
- Reflusso gastroesofageo.
- Inquinamento atmosferico, vapori irritanti, clima freddo-umido.
Eziologia Le laringiti infettive possono vedere in causa i virus (rinovirus, adenovirus, virus influenzali e parainfluenzali); la sintomatologia è caratterizzata dai disturbi tipici di una sindrome influenzale.
Le forme da infezione batterica insorgono spesso come complicazioni di una laringite virale: in particolare, quelle da funghi (laringiti micotiche) sono per lo più causate da Candida e vedono come fattori predisponenti l’uso protratto di cortisonici (anche per via aerosolica) o di antibiotici, un diabete, il consumo di alcol, gli stati di immunodepressione.
Nelle laringiti allergiche è presente una dilatazione acuta dei vasi sanguigni associata a una tumefazione (edema) di grado variabile della mucosa laringea, che può giungere fino all’ostruzione delle vie aeree superiori e mettere a rischio la vita. Alcune forme di laringite da farmaci insorgono con meccanismo non immunologico: è il caso delle laringiti provocate, nei pazienti trattati con farmaci anticoagulanti orali, da un’emorragia che insorge nella sottomucosa.
Non sono rare le laringiti da caustici e quelle termiche (che possono insorgere per il fumo degli incendi, in quanto il forte calore provoca vasodilatazione ed edema); piuttosto comuni anche quelle da reflusso gastroesofageo, in cui il succo gastrico fortemente acido che refluisce dallo stomaco verso l’alto provoca sulla laringe un danno simile a quello provocato da sostanze caustiche. In queste ultime forme, in particolare, viene interessata la parte posteriore della laringe e si instaura un quadro clinico caratteristico, detto appunto laringite posteriore, peculiare per questo tipo di patologia.
Decisamente importanti sono le laringiti da trauma vocale, provocate da un cattivo e prolungato uso della voce e frequenti soprattutto in soggetti come gli insegnanti, i venditori ambulanti, gli avvocati, in altre parole persone che sono portate per propria indole o per necessità professionali a parlare a lungo a voce alta.
In alcuni soggetti affetti da malattie autoimmuni può comparire infine una laringite autoimmune, caratterizzata da edema associato alle manifestazioni della malattia di base, per esempio un’artrite reumatoide.
Diagnosi Nella forma più frequente, quella cosiddetta catarrale, la sintomatologia è caratterizzata da uno stato di malessere, da infiammazione delle vie aeree superiori con febbre e da abbassamento della voce (disfonia) progressiva e persistente; può associarsi dolore alla deglutizione (odinofagia) in caso di interessamento della parte sopraglottica (cioè dell’epiglottide) con dolore riflesso all’orecchio (otalgia).
Decorso e possibili complicazioni Generalmente una laringite evolve verso la guarigione in 8-15 giorni. In altri casi invece il decorso può complicarsi per la comparsa di un’epiglottidite; spesso l’infezione da batteri del genere Haemophilus è responsabile di questo quadro. La difficoltà di respirazione compare tipicamente nell’atto dell’inspirazione (dispnea inspiratoria) e rappresenta l’elemento di gravità di questa patologia, che impone una terapia urgente in regime ospedaliero.
Rara complicazione sono le pericondriti, infiammazioni delle cartilagini laringee che si verificano soprattutto in caso di radioterapie della laringe o intubazione prolungata e nel paziente immunodepresso. Evenienze ancor più rare sono epiglottiditi o pericondriti che non guariscono ma evolvono in ascesso laringeo, quando avviene la necrosi della cartilagine laringea interessata. L’estensione ai tessuti molli del collo o al mediastino (spazio presente nel torace che “separa” i due polmoni, occupato prevalentemente da tessuto poco consistente e con scarsa capacità di fronteggiare un problema infettivo) mette a rischio la vita: in questi casi è quasi sempre necessaria una tracheotomia.
Trattamento Si basa sulla terapia locale antinfiammatoria e sul riposo vocale. Vengono pertanto impiegati cortisonici e antibiotici a largo spettro per via orale e, se necessario, per via intramuscolare o endovenosa. L’aerosolterapia, costituita da steroidi e talora antibiotici, fornisce un discreto supporto al trattamento farmacologico per via sistemica. È buona norma umidificare l’ambiente in cui il paziente soggiorna, al fine di ridurre ogni forma di fattore irritativo con possibile peggioramento delle condizioni locali.
Il trattamento del reflusso gastroesofageo, nelle forme conseguenti a questa patologia, richiede l’impiego di medicamenti che inibiscono l’acidità del succo gastrico e il rispetto delle buone norme alimentari necessarie in questi casi. In caso di decorso prolungato o di complicazioni, i medici instaurano immediatamente una terapia con antibiotici e corticosteroidi, per via endovenosa e ad alto dosaggio; inoltre il paziente deve essere adeguatamente sorvegliato ed eventualmente soggetto a controllo intensivo delle funzioni vitali, a cominciare dalla saturazione di ossigeno nel sangue periferico (saturimetria), perché come detto prima il rischio è l’insorgenza di difficoltà respiratorie. La dispnea laringea si caratterizza per la comparsa di uno stato di agitazione del paziente che si “sente mancare l’aria”, con rumore caratteristico durante la respirazione (detto cornage) e con depressione visibile nella regione centrale bassa del collo (giugulo) e degli spazi sovrastanti le clavicole (regioni sovraclaveari), movimento definito come tirage.
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