Tracheotomia
Intervento chirurgico che consiste nel praticare un’apertura nella faccia anteriore della trachea cervicale (tra il terzo e il quarto anello cartilagineo tracheale) e nel collocarvi una cannula che assicuri il passaggio dell’aria. Per estensione, questo termine designa anche il risultato dell’intervento.
Di recente è stata messa a punto una nuova tecnica, meno invasiva, per posizionare la cannula respiratoria, che consiste nell’introdurre in trachea, per via percutanea, uno strumento curvo e appuntito, nel quale viene poi inserita la cannula. Questo metodo può essere utilizzato solo se l’anatomia della trachea non risulta alterata ed è quindi poco impiegato.
Indicazioni
La tracheotomia svolge varie funzioni. In primo luogo consente di bypassare le vie aeree superiori (fosse nasali, faringe, laringe) se queste risultano ostruite da un edema o un tumore. Quindi favorisce il ricambio dei gas respiratori (ossigeno, anidride carbonica) negli alveoli polmonari di soggetti affetti da insufficienza respiratoria cronica, poiché diminuisce il volume delle vie respiratorie che non servono direttamente agli scambi gassosi. In rianimazione e in caso di insufficienza respiratoria, inoltre, la tracheotomia previene l’ostruzione bronchiale facilitando l’aspirazione delle secrezioni.
Materiale e svolgimento
La tracheotomia viene realizzata previa una leggera anestesia generale, eventualmente associata a un’anestesia locale. L’incisione è seguita dal posizionamento della cannula, di cui esistono diversi modelli di lunghezza e diametro variabili, a seconda delle indicazioni dell’intervento di tracheotomia.
Cannule senza palloncino In argento o in materiale plastico più o meno flessibile, non permettono di praticare una ventilazione artificiale. Alcuni tipi di cannule sono dotate di un’apertura che può essere chiusa da un tappo o una valvola, permettendo così il passaggio dell’aria attraverso la laringe e consentendo al soggetto di parlare e respirare normalmente.
Cannule a palloncino In plastica più o meno flessibile, assicurano un buon circuito respiratorio quando la tracheotomia è associata a ventilazione artificiale.
Una tracheotomia può essere definitiva o temporanea. Nel secondo caso, l’orifizio si chiude spontaneamente e cicatrizza qualche giorno dopo l’estrazione della cannula. Quando la tracheotomia ha carattere definitivo, il paziente viene dimesso dopo qualche settimana in ospedale o in un centro di convalescenza. In genere chi ha subito questo intervento non è più in grado di parlare normalmente, ma grazie alla rieducazione può imparare a utilizzare l’aria dello stomaco allo scopo di pronunciare qualche parola.
Manutenzione
Dopo la tracheotomia è necessario eseguire aspirazioni bronchiali. Occorre controllare scrupolosamente sia l’igiene della cannula, garantita dalla pulizia quotidiana con una piccola spazzola e una soluzione antisettica, sia la sua permeabilità: i soggetti affetti da insufficienza respiratoria cronica e portatori di una tracheotomia permanente devono imparare a effettuare queste manovre da soli, a domicilio. Possono comunque alimentarsi normalmente e in seguito all’intervento respirano più facilmente.
Complicanze
Di solito ben tollerata dopo il primo periodo di adattamento, della durata di alcune settimane, una tracheotomia può tuttavia provocare alcune complicanze. Le più comuni sono le emorragie, che si verificano al momento dell’intervento chirurgico (in seguito alla lesione di un piccolo vaso) o a causa di un’infezione, di manovre brusche o maldestre nel momento in cui il soggetto cambia posizione oppure quando sostituisce la cannula (inserita in una posizione scorretta o espulsa dal paziente agitato). Possono inoltre verificarsi l’ostruzione della cannula a causa di secrezioni o grumi di sangue; un’infezione localizzata sulla circonferenza dell’orifizio; infezioni broncopolmonari; lesioni della parete tracheale con rischio di formazione di una fistola tracheoesofagea (canale patologico che mette in comunicazione la trachea e l’esofago) o di una stenosi tracheale (riduzione del lume della trachea a causa della cicatrizzazione), complicanza che può essere trattata con il laser o chirurgicamente.
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