ANTICOAGULANTI ORALI
Si ritiene che i pazienti in Trattamento Anticoagulante Orale (TAO) siano attualmente in Italia circa 600.000. Il TAO, infatti, è il trattamento più efficace per la prevenzione delle complicanze emboliche nei portatori di protesi valvolari cardiache e in numerose altre condizioni cliniche quali la trombosi venosa profonda e la fibrillazione atriale.
Nonostante tali farmaci siano stati introdotti nel secondo dopoguerra, solo in tempi più recenti hanno trovato un crescente utilizzo, grazie alla messa a punto di esami di laboratorio affidabili per il controllo di questa terapia e dei numerosi studi clinici che ne hanno dimostrato la sicurezza, l’efficacia, le corrette indicazioni cliniche, i livelli di anticoagulazione ottimali (cosiddetti range terapeutici), l’entità del rischio di complicanze emorragiche e tromboemboliche, le interferenze con altri farmaci e alimenti.
Come funzionano gli anticoagulanti orali Gli anticoagulanti orali (AO) attualmente in uso interferiscono con il metabolismo della vitamina K e quindi con l’efficacia del sistema di coagulazione dell’organismo. In Italia sono disponibili due molecole: warfarin (Coumadin®, compresse da 5 mg) e acenocumarolo (Sintrom®, compresse da 1 e 4 mg).
La difficoltà principale al loro impiego è la grande variabilità individuale nella risposta alla dose somministrata, che dipende sia dalle caratteristiche del paziente (età, sesso, peso, malattie intercorrenti, variabilità genetica) sia da condizioni intercorrenti; molte situazioni possono infatti aumentare (deficit epatici, febbre, stati ipermetabolici) o diminuire (lunghi trattamenti antibiotici, malassorbimento) l’efficacia del trattamento. Sono in genere necessari almeno 4-5 giorni dall’inizio della terapia per garantire l’effetto antitrombotico.
A chi servono gli anticoagulanti orali? In base al rischio di trombosi e di embolie si possono identificare due fasce di anticoagulazione: una a bassa intensità (range tra 2 e 3,5, cercando di non far scendere l’INR al di sotto di 2) e una ad alta intensità (tra 3 e 4,5). Il monitoraggio della TAO si avvia 2-3 giorni dopo la prima somministrazione. Stabilizzato il dosaggio, va ripetuto in genere ogni 3-4 settimane.
Chi non deve assumere gli anticoagulanti orali Non si può ricorrere alla TAO nel primo trimestre e nelle ultime settimane di gravidanza, entro un mese da un evento emorragico maggiore (emorragia intracranica, oculare con riduzione del visus, articolare, retroperitoneale), nelle emorragie in cui è stato necessario un intervento chirurgico o che hanno provocato una riduzione di emoglobina di 2 g/dl o per i quali è stato necessario trasfondere due o più unità di sangue. Va usata, inoltre, estrema cautela in caso di pazienti poco affidabili, nelle epatopatie severe, nell’alcolismo, nelle malattie cardiache e renali gravi.
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