Ipoacusia
Diminuzione dell’acuità uditiva; quando la funzione uditiva peggiora notevolmente o viene meno, si parla invece di sordità.
L’organo dell’udito si compone di due parti: un apparato di percezione e uno di trasmissione. A seconda della zona colpita si distinguono due tipi di ipoacusia.
Ipoacusia di percezione È causata da una lesione della coclea (organo posto nell’orecchio interno) oppure da un danno delle fibre nervose del nervo uditivo o delle vie uditive centrali (che collegano l’orecchio interno all’encefalo). Una lesione della coclea può essere dovuta a presbiacusia (ipoacusia senile), a una frattura della rocca petrosa (parte interna dell’osso temporale) o alla malattia di Ménière, i cui sintomi più evidenti sono fischi e vertigini. Può essere inoltre provocata da rumori oltre i 90 dB (traumi sonori), farmaci ototossici (aminoglicosidi, acido acetilsalicilico, diuretici). Quando a essere colpite sono le fibre nervose del nervo acustico o delle vie uditive centrali, occorre ricercare un neurinoma (tumore benigno) del nervo acustico, un’infezione (meningite cerebrospinale) o un problema vascolare (trombosi arteriosa o spasmo).
Diagnosi
Si basa su un’attenta anamnesi, che permette di discernere le possibili cause, e sull’audiogramma (valutazione della perdita uditiva in decibel). L’esame audiometrico, condotto in cabina silente, richiede la diretta partecipazione del paziente e consente la valutazione della soglia uditiva a differenti frequenze del campo tonale. Le tecniche di audiometria sopraliminare (che prevedono l’esecuzione di vari test, tra cui quello del riflesso stapediale) permettono di distinguere le lesioni della coclea da quelle del nervo acustico. Un’ulteriore valutazione della capacità uditiva del soggetto, utile per una possibile identificazione della sede della lesione, è la registrazione dei potenziali evocati acustici del tronco dell’encefalo. In questo esame non è richiesta la partecipazione diretta del paziente, poiché si esegue una registrazione di onde encefaliche elicitate da stimolazioni sonore.
Trattamento
Se l’ipoacusia di percezione è dovuta a un neurinoma, occorre procedere all’ablazione chirurgica del tumore che preme contro il tronco dell’encefalo. In caso di frattura della rocca petrosa, si può intervenire per via chirurgica qualora si abbiano paralisi facciale o comunicazione tra le meningi e l’orecchio. Quanto all’assunzione di sostanze ototossiche, è fondamentale la prevenzione, basata sull’impiego corretto e controllato di questi farmaci. Qualora l’ipoacusia di percezione diventi invalidante per lo svolgimento di una normale vita sociale (perdita uditiva superiore ai 30 dB) si può far ricorso a una protesi acustica che amplifichi i suoni. La malattia di Ménière, le infezioni e i problemi vascolari vengono trattati con i farmaci. Quando l’ipoacusia di percezione è provocata da uno spasmo vascolare acuto dell’arteria uditiva interna, insorge bruscamente e richiede un trattamento urgente mediante perfusione.
Ipoacusia di trasmissione Consiste in una diminuzione della capacità uditiva in seguito a una lesione dell’orecchio esterno o dell’orecchio medio (contenente la catena ossiculare).
Cause e sintomi
Le cause più comuni sono le infiammazioni dell’orecchio medio (otiti acute o croniche), che possono interessare il timpano, determinandone talora una perforazione, e gli ossicini, che a causa dell’infiammazione e infezione possono risultare amputati, con una conseguente riduzione della capacità di trasmissione dell’onda sonora. In caso di ipoacusia di trasmissione indotta da otospongiosi, il danno risulta indotto da una minore possibilità di vibrazione di uno degli ossicini, la staffa. La causa di questa ridotta mobilità è il formarsi di un eccesso di tessuto osseo intorno all’ossicino. Le otiti acute colpiscono soprattutto i bambini, mentre le otospongiosi sono più frequenti nelle donne.
Diagnosi
La diagnosi di ipoacusia di trasmissione richiede un esame acustico di percezione della voce o del diapason (test di Rinne), seguito da otoscopia (ispezione del condotto uditivo e della membrana timpanica mediante un piccolo apparecchio, fornito di una lente d’ingrandimento, e una fonte luminosa), timpanometria (misurazione dell’elasticità timpanica) e audiogramma. Quest’ultimo permette di valutare il grado di ipoacusia.
Trattamento
In caso di otite acuta, si basa sull’antibioticoterapia, talvolta associata a paracentesi. In presenza di un’otite media acuta recidivante è possibile procedere all’ablazione delle adenoidi (adenoidectomia) o all’inserimento di un drenaggio transtimpanico. Negli altri casi il trattamento è spesso chirurgico e consiste nella timpanoplastica (riparazione o ricostruzione del timpano e degli ossicini) per le otiti croniche, o, per l’otospongiosi, nella sostituzione della staffa con una protesi, eseguita in anestesia generale e con l’ausilio di un microscopio (microchirurgia).
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