Diapason
Strumento di metallo formato da una lamina vibrante a forma di U sorretta da uno stelo, utilizzato per la diagnosi delle sordità e delle malattie neurologiche.
Impiego diagnostico
In otorinolaringoiatria l’esame col diapason rientra nell’acumetria, misurazione clinica della capacità uditiva che si avvale di strumenti molto semplici o anche solo della voce del medico. È il primo esame al quale si fa ricorso per la diagnosi di sordità, da un lato per confermare la perdita dell’udito lamentata dal paziente, dall’altra per individuarne la causa. Questo strumento fornisce tuttavia un’indicazione generale, che va precisata mediante altre indagini (audiometria).
Le tecniche di esame basate sulla vibrazione del diapason sono tre: prove di Rinne, Weber e Bonnier. Il primo test consiste nel porre lo strumento davanti all’orecchio, il secondo sulla fronte e il terzo su un osso lontano dalla testa (rotula, polso).
In neurologia, l’esame col diapason serve a testare la sensibilità detta vibratoria e concorre allo studio della sensibilità superficiale (tatto, sensibilità della pelle alle punture e così via). Si esegue all’inizio dell’iter diagnostico di una malattia neurologica e i risultati, poco significativi di per sé, orientano nella scelta degli esami complementari.
L’indagine consiste nel porre lo stelo del diapason sulla pelle, in corrispondenza di un osso localizzato immediatamente sotto la cute (per esempio la tibia), nella faccia anteriore della gamba. In condizioni normali il soggetto avverte la vibrazione e una mancata percezione segnala quindi una lesione del sistema nervoso, anche se non fornisce alcuna indicazione circa la sua natura e sede.
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