Meningite cerebrospinale
Malattia infettiva, talvolta epidemica, causata da una grande varietà di microrganismi (anche se i più frequenti sono i meningococchi) che si trasmette con il contatto tra gli individui, spesso attraverso portatori asintomatici nei quali il nasofaringe è ricettacolo del microrganismo. L’esordio è tipicamente improvviso, con innalzamento della temperatura, cefalea e vomito, cui fa seguito quasi immediatamente rigidità nucale fino ad arrivare a uno stato di torpore, delirio e, in ultima istanza, se non trattato, al coma. I segni di Kernig e Brudzinski risultano positivi nel 50% dei casi. Nelle forme acute, specialmente nell’età puerile, può comparire un’eruzione cutanea purpurea che in alcuni casi si accompagna a setticemia. Il liquor cerebrospinale presenta un innalzamento della pressione e, in questo stadio, è di aspetto purulento dal momento che presenta abbondanti e anomali linfociti polimorfonucleati e batteri che spesso sono inaspettatamente scarsi. Il livello delle proteine è aumentato mentre il glucosio è ridotto, oppure assente. Con una terapia antibiotica appropriata, la prognosi generalmente è buona per gli adulti e i bambini di età più avanzata, mentre le condizioni possono rimanere molto gravi nei bambini di età minore. La malattia è nota anche come meningite epidemica, febbre petecchiale, febbre tetanoide, malattia esantematica, febbre cerebrospinale, febbre da rigidità nucale.
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