Primo Soccorso
Traumi scheletrici
Emorragie intestinali (enterorragie)
Ematochezia e melena sono due manifestazioni delle emorragie che si verificano all’interno dell’intestino (enterorragie). Il sangue che si raccoglie nell’intestino può essere espulso dall’ano molto rapidamente, ancora fresco, e quindi con il suo aspetto originario, liquido e di colore rosso vivo o rosso mattone: in questo caso si parla di ematochezia. Se però il sangue soggiorna nell’intestino per diverse ore prima di raggiungere l’ano, si degrada completamente e viene espulso in forma di una poltiglia maleodorante, appiccicosa e nera come la pece (feci picee): la cosiddetta melena (dal greco, “nera”).
Questi sanguinamenti intestinali, come l’ematemesi, non sono sempre facili da individuare, poiché il colore del sangue degradato può essere confuso con quello delle feci. Tuttavia, se il sangue perduto è abbondante (più di 100 ml) e rimane nell’intestino per tempi lunghi (più di 12 ore), la consistenza appiccicosa, il colore nero cupo e l’odore nauseabondo costituiscono una triade così caratteristica da lasciare pochi dubbi sulla presenza di una melena: solo l’ingestione di sali di ferro o una grande scorpacciata di mirtilli possono rendere le feci tanto scure (ma in genere non così maleodoranti).
La sede di origine delle emorragie intestinali è determinante per definire se si presentino con ematochezia o con melena. Infatti, quanto più la lesione sanguinante è lontana dall’ano (emorragia alta) tanto più prolungata sarà la permanenza del sangue nell’intestino, e quindi maggiore la probabilità di avere una melena (per esempio le emorragie esofagee, gastriche, duodenali). Al contrario, i sanguinamenti più prossimi all’ano (bassi) determinano in genere ematochezia, perché il sangue viene espulso entro poco tempo (per esempio dal sigma, dal retto o dal canale anale). Questa regola non è da considerarsi ferrea; può infatti verificarsi che emorragie alte molto copiose, ma ancora tollerate dallo stomaco (cioè non tali da indurre ematemesi immediata), possano stimolare così marcatamente i movimenti intestinali da raggiungere l’ano in poche ore, presentandosi in forma di ematochezia piuttosto che di melena.
Frequenza
L’ematochezia e la melena sono abbastanza frequenti, poiché dipendono, nella maggior parte dei casi, da malattie molto diffuse nella popolazione. All’incirca lo 0,14% degli accessi annuali totali di un grande Pronto soccorso urbano è dovuto a melena, e circa lo 0,17% a ematochezia.
Cause più comuni
Le cause più tipiche di ematochezia sono i sanguinamenti che provengono da emorroidi, ragadi anali, tumori maligni e benigni del colon e del retto, diverticoli e gravi coliti (rettocolite ulcerosa, coliti infettive ecc.). Più raramente sono implicate malformazioni vascolari (angiodisplasie) o un’ischemia della parete intestinale.
Le cause più frequenti di melena sono le ulcere gastriche o duodenali, le gastriti e le duodeniti gravi (erosive), la rottura di varici venose dell’esofago, le lacerazioni dell’esofago e il cancro. Una consistente quota (10-20%) dei sanguinamenti intestinali che si manifestano con ematochezia o melena rimane inspiegata anche dopo indagini approfondite.
Segni e sintomi
Un paziente con melena emette feci picee (nere come la pece, appiccicose, maleodoranti), mentre quello con ematochezia emette sangue rosso vivo o rosso mattone, talvolta in parte coagulato (agglomerati gelatinosi di colore rosso scuro) o misto a materiale mucoso. Come in ogni emorragia, possono inoltre essere presenti le manifestazioni cliniche che dipendono dalla progressiva diminuzione del volume di sangue in circolo: tachicardia, tachipnea, pallore cutaneo, ipotensione arteriosa, confusione mentale. Questo si può osservare sia in caso di melena (per esempio per ulcera gastrica o rottura di varici esofagee) sia in caso di ematochezia (per esempio nei sanguinamenti emorroidari massivi e nei sanguinamenti da diverticoli, da tumori maligni o da angiodisplasie).
Cosa fare
Ogni melena può nascondere una malattia in grado di determinare emorragie gravi, sia per la quantità di sangue che fuoriesce, sia per la difficoltà di arrestare tempestivamente la perdita, localizzata all’interno del corpo. Tutti i pazienti con melena dovrebbero recarsi al Pronto soccorso per una valutazione medica, se possibile trasportati da un accompagnatore o da un’ambulanza.
Le ematochezie di minima entità dipendono in genere da patologie anali (emorroidi, ragadi) o rettali (polipi, cancri, colite ulcerosa) e in genere richiedono solo una valutazione non urgente da parte del medico di famiglia. Le forme gravi possono invece dipendere da lesioni in grado di sanguinare copiosamente in poco tempo (diverticoli, cancri, ischemie, angiodisplasie) e necessitano quindi di un’immediata valutazione in Pronto soccorso.
È utile portare al Pronto soccorso un campione del materiale eliminato (per esempio un campione di feci) e i farmaci che il paziente ha assunto di recente. Tra questi, infatti, potrebbero esserci sostanze, come anticoagulanti, antinfiammatori, ferro, utili per orientare la diagnosi.
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