Medicina tradizionale cinese
Intervento terapeutico
L’uomo: microcosmo e microsocietà
Lo studio del pensiero medico cinese non può prescindere dal citarne il principale strumento di elaborazione, l’analogia, considerata come modalità di relazione tra entità o cose diverse tra loro per qualità e quantità: essa rappresenta il metodo privilegiato adottato dal pensiero cinese per strutturare quel mondo di corrispondenze che è la base del sapere antico.
I cinesi hanno sempre dato molta importanza, più che alla misura degli effetti e alla ricerca dei nessi causali, all’osservazione e catalogazione delle corrispondenze, fino a ipotizzare una conoscenza fenomenicamente esaustiva della realtà.
L’analogia consente al saggio dell’antichità cinese la trasposizione della conoscenza delle relazioni tra i vari oggetti ed eventi del macrocosmo a quella piccola zona, definita e delimitata di esso, che è l’uomo. Non è un caso che si sia potuta diffondere l’affermazione, peraltro imprecisa, secondo cui i medici cinesi non avrebbero avuto la necessità di effettuare delle dissezioni anatomiche, essendo sufficiente per loro studiare le correlazioni energetiche tra i vari organi, all’interno delle leggi di corrispondenza esistenti tra gli organi stessi e le strutture celesti. Nell’uomo, con le debite proporzioni, avverrebbero fenomeni “come nell’universo”, e le relazioni che regolano la generazione e il reciproco controllo dei soffi interni sarebbero strutturate su leggi di similitudine analoghe a quelle che reggono i grandi movimenti dei soffi a livello cosmico.
Grazie al pensiero analogico si sviluppò anche la nozione di corrispondenza, la quale non esprime altro che un caso particolare di similitudine; la teoria delle corrispondenze trova il suo modello nella teoria dei Cinque movimenti illustrata in precedenza.
A partire dal III secolo a.C., epoca in cui sono stati elaborati i sistemi cosmologici, l’ordine naturale diventa un modello di funzionamento applicabile a ogni campo del sapere: naturale, medico, sociale, politico. In medicina, il modello della fisiologia si rifà non solo alla cosmologia, ma anche alla politica, perché con l’unificazione dell’Impero nel 221 a.C. si sviluppò una cosmologia dello Stato, inteso come mondo, che fu applicata anche al corpo umano. Così il corpo umano è considerato come un paese, fatto di montagne, fiumi e mari, palazzi e porte, e in cui, per esempio, i vasi corrispondono alle strade, gli organi ai fienili e ai granai. Questo paese è amministrato da signori e funzionari: “Il cuore ha funzione di Signore, il polmone è Ministro e Cancelliere, il fegato è il Comandante dell’esercito” (Suwen, cap. 8).
Di seguito cercheremo di esemplificare brevemente questi concetti, partendo dalla prima e fondamentale analogia. Il Lingshu afferma che l’uomo risponde al Cielo e alla Terra e che questo è esplicito anche nella sua struttura. “Il Cielo è rotondo, la Terra è quadrata; la testa rotonda e i piedi quadrati sono in accordo con il Cielo e la Terra” (Huang Di Neijing Lingshu, cap. 10).
Secondo la cosmologia antica, il soffio (qi), che costituisce a livello logico l’Uno, emanazione del Tao, si differenzia e si esprime come Due (lo yin e lo yang). I soffi yang, leggeri, eterei, si elevano e formano il Cielo; i soffi yin pesanti, grossolani, si ammassano e danno vita alla Terra. L’unità suprema, Soffio primordiale, passa dal non-manifesto al manifesto tramite il dinamismo yin/yang. Tra Cielo e Terra si apre uno spazio mediano dove vive l’uomo, frutto dell’unità dei loro soffi: è il Tre. Si ha così la triade Cielo/Terra/Uomo, oppure yang/yin/vuoto mediano, dove quest’ultimo è lo spazio in cui lo yin e lo yang sono presenti e si incrociano, permettendo la vita e le sue continue trasformazioni.
L’uomo, procedendo dall’unione delle energie del Cielo e della Terra, si definisce in quanto una delle manifestazioni del soffio dell’universo. Microcosmo a immagine del macrocosmo, partecipa, in quanto terzo elemento, all’opera del Cielo e della Terra ed è in ogni momento costituito e ricostituito dai loro influssi.
Il Tre vive ed esiste in quanto procede e dipende dal Due.
La visione antropologica del pensiero cinese è non solo coerente, ma affascinante, perché afferma la fiducia nell’ordine universale della Vita, fondato sulle costanti interrelazioni e trasformazioni delle parti che lo costituiscono: l’uomo non è separabile dall’universo in cui vive, dal Cielo/Terra che lo costituisce. “L’intervallo Cielo Terra/è come un mantice/si vuota senza stancarsi/in azione vuole soffiare ancora” (Lao Tseu, Tao Te King, Il Libro della Via e della Virtù).
L’intervallo Cielo/Terra, il cosiddetto vuoto mediano in cui vivono gli esseri viventi, è dunque paragonato a un mantice: i soffi vanno e vengono, gli esseri viventi escono alla vita e vi fanno ritorno, rimanendo in vita per tutto il tempo in cui i soffi del Cielo/Terra che li costituiscono restano saldamente intrecciati. La realtà vivente è una: per la filosofia cinese antica tutto vive nell’Uno e tutto ritorna all’Uno.
Vivere è uscire e prendere una forma; morire è lasciare questa forma e fare ritorno all’indifferenziato. Siamo un tutt’uno con l’universo e l’ambiente che ci circonda, nei confronti dei quali esiste un incessante interscambio di energia, di soffi. Dell’universo seguiamo le leggi e la ciclicità dei ritmi. Questo è quanto insegna la medicina cinese, che richiede al medico tale consapevolezza quando si trova al cospetto del suo paziente: per valutare il suo stato di salute, deve saper giudicare il flusso della sua energia a seconda del momento della giornata, della stagione dell’anno, del periodo della sua vita e del luogo in cui si trova, perché esso varia secondo le variazioni cosmiche.
Ma che cosa sono concretamente il Cielo e la Terra nella strutturazione dell’uomo?
Per il pensiero cinese antico, “l’uomo è formato dalla virtù combinata del Cielo e della Terra, dall’incontro dello yin e dello yang” (Liji, Libro dei Riti). Dal Cielo riceve non solo le energie cosmiche (qi), ma soprattutto gli Shen,gli Spiriti (nozione importantissima del pensiero e della medicina cinese), che costituiscono il suo aspetto mentale, psichico e spirituale. Dalla Terra l’uomo riceve le energie nutritive, le essenze (jing) che costituiscono la materialità del suo corpo.
Non si può parlare di salute e di malattia o di prevenzione senza avere ben chiare queste nozioni. Infatti l’uomo risponde al Cielo e alla Terra, nel senso che vi sono delle leggi che definiscono le modalità di esistenza e di funzionamento dell’universo, che determinano anche la funzionalità dell’organismo, perché l’uomo è parte integrante dell’universo ed è partecipe dei suoi movimenti e dei suoi cambiamenti energetici.
Secondo la filosofia cinese il Cielo non solo regola le leggi dell’universo, stabilendo i cicli stagionali e circadiani, ma è ciò che conferisce a ciascuno la natura propria; inoltre è ciò che conferisce a ciascun essere il proprio destino. Il Cielo nelle culture antiche è, infatti, ambivalente: ha un aspetto fisico e un aspetto spirituale e morale.
Ogni uomo, con l’esistenza, riceve dal Cielo le parti costitutive del suo essere e la legge che deve reggere le sue azioni. Porta nel suo cuore la legge naturale e, di conseguenza, ama la virtù di cui conosce la bellezza.
Per il pensiero cinese la Terra è dispensatrice di forme, e conferisce all’uomo la forma del suo corpo. Infatti la parte terrestre dell’uomo è costituita dal jing, il cui significato è “essenza”, l’aspetto più materiale dell’organismo umano.
Il jing ereditario, dato al nuovo essere dai genitori al momento del concepimento, è la materia primaria a partire dalla quale si forma il feto; dopo la nascita, immagazzinato nei reni, determina la crescita e lo sviluppo dell’individuo. Il jing è limitato e lo si può parzialmente reintegrare con l’alimentazione. Dalla sua qualità dipendono la salute, la vitalità e la durata della vita di una persona. Le fasi biologiche della vita umana che seguono le leggi naturali sono strettamente correlate allo stato del jing, alla sua floridità o al suo deperimento. Problemi della crescita, quali anomalie o ritardi, così come fenomeni di invecchiamento precoce sono tutti legati a disturbi del jing. Il jing è anche il supporto fisico della manifestazione degli Shen, gli Spiriti, i quali si incarnano nell’uomo nel momento in cui il jing del padre e della madre si uniscono. Gli Shen, che derivano dal Cielo, e il jing, che deriva dalla Terra, costituiscono unendosi lo Spirito vitale (jingshen), principio di individualità che rende l’uomo unico e irripetibile, espressione misteriosa della vita che lo anima.
Il fatto che i cinesi considerassero l’uomo costituito a modello del Cielo/Terra è mostrato dall’antico pittogramma che lo contraddistingue: la testa rotonda è simbolo del Cielo, i piedi designano un quadrato, simbolo della Terra. Questo carattere richiama in modo suggestivo il pittogramma dell’albero, che rappresenta un tronco da cui partono dei rami verso l’alto e delle radici verso il basso.
Con le radici immerse nella Terra, nello yin più profondo, e con i rami protesi verso il Cielo, verso lo yang,l’albero richiama la realtà dell’uomo: come l’albero, l’uomo vive un ciclo ritmico di nascita, crescita e morte; ha in sé il flusso costante del suo nutrimento e la memoria biologica della sua vita. Radicato alla Terra, l’uomo deve compiere una risalita verso il Cielo, per far maturare il germe spirituale e diventare frutto. L’albero è così il simbolo di questa ascensione spirituale attraverso la quale l’uomo porta a compimento la sua maturazione. La sua Terra è una matrice in cui deve partorire se stesso; per questo, in molte culture, l’albero/uomo era rappresentato con le radici in alto per indicare che lì, in Cielo, è l’inizio della vita e lì l’uomo deve fare ritorno (si pensi all’Albero della Vita della tradizione ebraica o all’Albero della Felicità della tradizione musulmana).
Il carattere moderno che designa l’uomo, ren, lo rappresenta eretto, strutturato e integrato nel Cielo/Terra, di cui è il più eminente rappresentante.
Come si afferma nel Suwen, “di tutte le esistenze che si compiono tra il Cielo che le copre e la Terra che le porta, la più preziosa è quella dell’uomo”. Questo uomo non è un essere teorico, ma un individuo concreto, inserito, a partire dal momento iniziale del suo concepimento, in uno spazio e in un tempo che sono la sua storia personale.
L’antica embriologia cinese, che è presentata per la prima volta nello Huainanzi (testo filosofico del II secolo a.C.), dice che nell’istante in cui si uniscono i jing del padre e della madre intervengono gli Shen a rendere l’individuo unico. In questo essere vivente, che Cielo e Terra hanno realizzato grazie alla profusione delle loro essenze più sottili, è inscritta non solo tutta la sua realtà biologica, ma anche la sua natura (xing) e il suo destino personale (ming), che egli ha il compito di ricercare e di portare a compimento.
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