Memoria
Capacità del cervello di conservare una traccia dell’esperienza passata e di farla riaffiorare alla coscienza. La memoria è un processo complesso che comporta tre fasi: apprendimento, immagazzinamento delle informazioni, restituzione (evocazione e riconoscimento). Questi fenomeni non sono controllati da una regione precisa e specializzata del cervello, ma si sviluppano insieme a livello di centri nervosi polivalenti (ippocampo, corpi mammillari e ipotalamo) e delle fibre nervose che li collegano. In genere si distingue la memoria a breve termine, che non dura più di qualche minuto, da quella a lungo termine. In psicoanalisi è stato elaborato il concetto di “memoria inconscia”, che influisce sull’attività psichica. Lo stato affettivo del soggetto esercita sulla memoria un’azione stimolante o inibente.
Esami
Gli esami della memoria, lunghi e abbastanza elaborati, richiedono attenzione continua da parte del soggetto che vi si sottopone. Per valutare la memoria a breve termine, si fa ripetere a distanza di alcuni minuti una serie di tre parole. Per studiare la memoria a lungo termine, si pongono domande sulla vita del soggetto, sui suoi familiari e sull’attualità.
Disturbi della memoria
Disturbi della memoria per difetto In questo gruppo vengono inclusi i vuoti di memoria e le amnesie. Vuoti di memoria isolati possono essere dovuti a stanchezza, depressione latente o assunzione prolungata di alcuni farmaci (sonniferi, tranquillanti). Le amnesie possono essere brevi o prolungate, interessare la memoria a breve o quella a lungo termine e riguardare fatti accaduti sia dopo (amnesia anterograda) l’inizio del disturbo sia prima (amnesia retrograda). Un trauma cranico provoca talvolta un’amnesia retrograda (il malato dimentica ciò che è accaduto nei minuti, nelle ore o nei giorni precedenti l’incidente), o anterograda, di durata variabile. Alcuni disturbi metabolici (ipoglicemia) e l’epilessia possono provocare amnesie transitorie. I disturbi di memoria leggeri (MCI, Mild Cognitive Impairment) sono deficit della memoria che possono rimanere isolati o evolvere verso il morbo di Alzheimer (il 15% circa dei casi si trasforma in questa patologia). I principali problemi all’origine delle amnesie prolungate sono le malattie degenerative (demenze, tra cui appunto il morbo di Alzheimer), gli ictus, le infezioni (encefaliti virali), le carenze nutrizionali (malattia di Wernicke, sindrome di Korsakoff) e le patologie psichiatriche (depressione, nevrosi). In alcune di queste malattie (confusione, mania, demenza, sindrome di Korsakoff) i soggetti inseriscono nei loro discorsi racconti immaginari e particolari inventati, volti a colmare le lacune.
Altri disturbi della memoria Sono l’ecmnesia (ricomparsa improvvisa di un gran numero di ricordi del passato) e l’ipermnesia (ipertrofia della memoria). La prima si osserva in particolare nelle crisi di isteria o delirio e nell’epilessia, mentre la seconda non è rara in coloro che soffrono di manie o deterioramento mentale, e non deve essere confusa con l’amnesia tipica dei soggetti geniali, in genere legata ad attitudini fuori dal comune in determinate discipline (aritmetica, musica e così via).
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