Alimentazione

La nutrizione nello sport
Obesità
L’aumento di peso e lo sviluppo di obesità nell’anziano sono frequenti e dovuti alla riduzione del fabbisogno giornaliero di calorie non accompagnato da un minore introito alimentare. Incrementi di peso considerati talora trascurabili (1 o 2 Kg all’anno) dopo 10-15 anni si traducono in obesità.
L’obesità nell’anziano aumenta il carico cardiaco e quello articolare, richiede un maggiore lavoro respiratorio e metabolico e si accompagna a limitazioni funzionali con riduzione dell’autonomia nel vestirsi, nell’igiene personale, nell’utilizzo dei mezzi pubblici e così via.
Per invertire o arrestare la tendenza all’incremento ponderale è necessario modificare tempestivamente alcune abitudini. Con il passare degli anni, infatti, perdere peso diventa più difficile e più rischioso: più difficile perché riducendosi il dispendio energetico, il margine per agire sull’alimentazione è più esiguo, e più rischioso perché un regime alimentare ipocalorico in età avanzata espone al rischio di carenze nutrizionali e di perdita di massa muscolare, difficilmente recuperabile.
Le strategie principali consistono nel praticare una maggiore attività fisica e nel ridurre le porzioni, soprattutto per quanto riguarda gli alimenti a elevato contenuto calorico non necessari (come dolci, zucchero e alcolici). Dove possibile vanno preferiti cibi con pochi grassi, come il latte parzialmente scremato, lo yogurt bianco magro, il pane fresco, gli affettati magri (bresaola, prosciutto senza grasso), le carni private del grasso visibile e il pollame da cui è stata eliminata la pelle, evitando i prodotti da forno ricchi di grassi (biscotti, focacce, piadine, cracker, grissini, pizza al trancio e così via), i piatti pronti a base di pastelle fritte o conditi con salse varie, le carni grasse (per esempio costine) e i salumi grassi (salame, coppa, pancetta, mortadella, würstel).
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