Alimentazione
La nutrizione nello sport
Integrazioni e supplementazioni (eccetto quelle saline)
Questi prodotti vanno assunti solo quando sono strettamente necessari e a patto che si segua comunque una dieta completa. A volte i cibi naturali non bastano o non c’è modo di ingerirne la giusta quantità: sono questi i casi in cui l’azione di un particolare integratore o supplemento è assi utile. È il medico, meglio se dietologo, che può valutare queste condizioni particolari. È vero che con le integrazioni è difficile arrivare a procurarsi un danno serio, ma è altrettanto vero che gli abusi possono ridurre piuttosto che migliorare la prestazione. Prendiamo due esempi particolarmente significativi, quello degli aminoacidi ramificati e quello della creatina. Per quanto concerne i primi, è vero che riducono il senso di fatica ma lo fanno per un’azione sul cervello, non sui muscoli, ciò determina una falsa capacità che porta al rischio di traumi per incoordinazione tra stato mentale e stato muscolare. La creatina, invece, per un inevitabile effetto osmotico, fa accumulare acqua nei muscoli; sono quindi frequenti i traumi muscolari (contratture, stiramenti) che costringono a bloccare il programma di allenamento. Gli integratori devono quindi essere conosciuti e usati con cognizione di causa. Le carenze più frequenti riguardano il ferro, in tutti gli sport e a tutte le età, e il calcio, specie tra i giovanissimi. Fortunatamente, per entrambi questi nutrienti esistono esami estremamente attendibili, quando eseguiti e interpretati da personale preparato. Con un’adeguata supplementazione queste carenze si risolvono facilmente; qualche volta, però, occorre indagare sui fattori che ne sono all’origine, compito che spetta esclusivamente al medico.
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