Alimentazione
I mattoni degli alimenti
Iodio
È un elemento di fondamentale importanza per il corretto funzionamento della tiroide. Le cellule tiroidee lo incorporano e lo utilizzano per la sintesi degli ormoni tiroidei, in particolare della tetraiodotironina o T4, che ne contiene 4 atomi. Una volta in circolo, il T4 viene convertito nel più attivo T3 (triodotironina) per mezzo di un enzima, la deiodasi, che priva l’ormone di un atomo di iodio. Gli ormoni tiroidei concorrono a regolare molte funzioni dell’organismo tra cui il dispendio energetico.
La carenza di iodio provoca alterazioni nel funzionamento della ghiandola tiroidea, con gravi ripercussioni per l’organismo. Se ciò si verifica in gravidanza, lo sviluppo fetale può esserne compromesso, con gravi danni neurologici e cretinismo endemico, patologia frequente nelle zone in cui il suolo e le acque sono povere di questo oligoelemento. Se il deficit di assunzione si verifica nell’adulto si possono sviluppare gozzo e ipotiroidismo. La carenza può dipendere da un’effettiva scarsità di iodio negli alimenti, nel suolo e nelle acque di una certa regione o dall’eccessiva assunzione di sostanze che ne impediscono l’assorbimento e la metabolizzazione, come i tiocianati, presenti nelle brassicacee (cavoli) e inattivati dalla cottura. I prodotti della pesca e i vegetali coltivati in terreni ricchi di questo oligoelemento sono le principali fonti di iodio. Per garantire l’assunzione della quantità corretta anche a popolazioni che vivono in regioni il cui suolo ne è carente si usa il sale iodato. Il fabbisogno giornaliero raccomandato è di 150 µg.