Sindrome infiammatoria
Insieme delle alterazioni biologiche con cui si manifesta un’infiammazione nell’organismo.
Cause
Le malattie infettive (infezione respiratoria o urinaria, endocardite, setticemia, tubercolosi e così via) rappresentano la causa principale delle sindromi infiammatorie, che sono però provocate talvolta da un tumore maligno, perlopiù a uno stadio già avanzato: soltanto il cancro del rene e il linfoma sono suscettibili di causare una reazione infiammatoria precoce. Tale sindrome può inoltre rappresentare il segno di una patologia sistemica, come la poliartrite reumatoide o il lupus eritematoso sistemico, di una malattia di Horton, di un mieloma multiplo o di un’altra emopatia.
Sintomi e segni
Talvolta la sindrome infiammatoria si associa a un’alterazione dello stato generale (astenia, febbre, anoressia, dimagrimento) o ai segni della malattia in causa. In altri casi, può venire scoperta casualmente in un paziente che non presenta alcun segno patologico.
Il riscontro di una sindrome infiammatoria si basa essenzialmente sulle analisi del sangue, che rivelano un aumento della velocità di eritrosedimentazione (VES) e la presenza di marcatori dell’infiammazione, come la proteina C reattiva (soprattutto in corso di infezioni batteriche), l’aptoglobina (soprattutto in corso di infiammazioni croniche), il fibrinogeno e l’a-2-globulina. Inoltre, le infiammazioni croniche spesso incidono sul numero e sull’aspetto degli elementi ematici: aumento del numero di piastrine e granulociti neutrofili (varietà di globuli bianchi), diminuzione della grandezza delle emazie (globuli rossi).
Diagnosi
Consiste nel ricercare la causa della sindrome infiammatoria, mediante esami scelti in base ai dati emersi dal colloquio con il malato; il medico indaga i suoi antecedenti, si informa circa l’assunzione di determinati farmaci, un viaggio recente in un Paese a rischio infettivo e una serie di sintomi che permettono di orientare la diagnosi. Un esame fisico, che deve essere il più possibile completo in assenza di sintomi oppure orientato dalle informazioni fornite dal paziente, permette di confermare la diagnosi ipotizzata durante il colloquio o di approfondire l’indagine con esami complementari.
Primi esami e analisi
Sono in genere l’elettroforesi delle proteine, il dosaggio ematico delle fosfatasi alcaline e delle transaminasi, l’esame citobatteriologico delle urine, una radiografia del torace di fronte e di profilo, una panoramica dentaria, una radiografia dei seni nasali.
Esami e analisi facoltativi
I più frequentemente prescritti sono quelli sierologici virali (mononucleosi infettiva, Cytomegalovirus, virus dell’immunodeficienza umana, delle epatiti B e C), batterici (micoplasmi, Chlamydia) e parassitari (toxoplasmosi), oltre alla ricerca di un fattore reumatoide, alla TC o a un’ecografia dell’addome e della pelvi.
Esami e analisi compiuti in caso di esito negativo del bilancio preliminare
Consistono in emocolture, endoscopia gastrica, colonscopia, radiografia dell’intestino tenue, biopsia dell’arteria temporale, mielogramma, biopsia epatica.
Trattamento
Per la sindrome infiammatoria in quanto tale, non esiste trattamento; per contro, è possibile curarne i sintomi quando diventano particolarmente invalidanti (dolore, rigidità articolare, febbre), somministrando antinfiammatori.
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