Elettroforesi
Tecnica di laboratorio che permette di separare i diversi costituenti di una miscela chimica per identificare e studiare ciascuno di essi. L’elettroforesi consiste nel far migrare sostanze chimiche ionizzate sotto l’azione di un campo elettrico.
La tecnica più diffusa utilizza un supporto di acetato di cellulosa imbevuto in una soluzione acquosa, detta soluzione tampone, il cui pH è determinato. Una volta deposta la miscela (per esempio il siero del malato) sul supporto, si instaura un campo elettrico tra due elettrodi applicati agli estremi del supporto stesso e immersi in vaschette contenenti soluzioni tampone: le sostanze migrano attraverso il supporto a velocità differenti. Trascorso un dato tempo, la corrente viene tolta e le sostanze così separate, rivelate con un reagente appropriato, appaiono sotto forma di macchie e bande colorate poste a varie distanze dal deposito iniziale.
L’elettroforesi permette in particolare di effettuare il dosaggio delle proteine del siero che, per influsso del campo magnetico, vengono separate in albumina e globuline. Lo studio delle rispettive concentrazioni per ogni categoria di proteine presente nell’organismo aiuta a elaborare una diagnosi in alcuni casi di infiammazione, infezione e cancro. L’elettroforesi è applicabile anche ad altre sostanze (lipidi, emoglobina) e liquidi fisiologici (urina, lacrime, liquor cerebrospinale).
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