Meningite -Meningite virale
Nel caso delle infezioni virali del sistema nervoso centrale, è molto raro che si verifichi una meningite senza il coinvolgimento più o meno profondo dell’intero sistema nervoso: la meningite e l’infezione del cervello (encefalite) o del midollo spinale (mielite) coesistono, infatti, quasi sempre, con intensità e grado di evidenza molto variabile. Le caratteristiche cliniche non differiscono da quelle della meningite batterica: l’esordio può essere brusco, con febbre anche elevata, cefalea, rigidità nucale, vomito, fotofobia, convulsioni e alterazioni della coscienza fino allo stato di coma. Nella grande maggioranza dei casi la malattia ha decorso benigno con ripresa dello stato di coscienza e, nell’arco di 7-10 giorni, i pazienti guariscono completamente senza conseguenze. I virus responsabili della meningite virale sono moltissimi, ma la maggior parte dei casi (fino al 90%) sono causati da enterovirus (Echovirus e Coxsackievirus B); altri agenti patogeni sono gli adenovirus, l’herpes, il virus della parotite (Paramixovirus) e il Toscanavirus (un virus trasmesso da artropodi del genere Phlebovirus), l’HIV, il cosiddetto West Nile virus e molti altri arbovirus. La diagnosi differenziale rispetto alla meningite batterica si ottiene mediante l’esame del liquor, che evidenzia un numero di cellule di solito inferiore a 1000 elementi/mm3, con una prevalenza di linfociti, un tasso di glucosio normale e di proteine solo modicamente aumentato. L’identificazione dell’agente responsabile si ottiene mediante test di laboratorio sofisticati che permettono di individuare il materiale genetico virale nel fluido spinale; la ricerca diretta del virus può essere fatta da laboratori specializzati sul liquor stesso e su “tampone” effettuato sulle feci e in gola, mentre la dimostrazione definitiva dell’origine virale si avrà con la ricerca degli anticorpi nel sangue.
Non esiste un trattamento specifico, dal momento che non sono disponibili farmaci attivi contro i virus responsabili di questa forma; la sola infezione da herpesvirus, peraltro rara, può giovarsi di un trattamento specifico e molto attivo (acyclovir); è al contrario importante un trattamento di supporto con farmaci che riducano l’edema cerebrale e allevino i sintomi (soprattutto febbre e cefalea). Gli enterovirus, principale causa delle meningiti virali, sono contagiosi e possono essere isolati in feci e secrezioni respiratorie degli individui portatori; questi ultimi, che sono per lo più del tutto asintomatici, possono quindi trasmettere il virus con le secrezioni respiratorie o contaminando l’ambiente con le feci. Ciò avviene sovente tra i bambini più piccoli, che non hanno ancora acquisito cognizioni di igiene; una frequente modalità di trasmissione agli adulti si verifica, nel corso dell’igiene dei bambini più piccoli, al momento del cambio dei pannolini. Non va dimenticata neppure la possibilità di trasmissione con acqua e alimenti e, per questa ragione, occorre prestare particolare attenzione in occasione di viaggi in paesi in cui la loro distribuzione non sia garantita. Il periodo di incubazione varia tra 3 e 7 giorni, mentre la diffusione del virus inizia 3 giorni prima dell’esordio clinico e perdura per circa 10 giorni. Soltanto un piccola parte di coloro che si infettano manifesta segni di meningite, mentre la maggior parte non manifesta sintomi o presenta patologie benigne: lievi infezione delle vie aeree, esantema febbrile di breve durata o infezione del tratto gastroenterico. Non esistono vaccini (fatta eccezione per il vaccino antipoliomielitico) e le sole misure preventive efficaci sono un’attenta igiene personale (lavaggio delle mani) e la pulizia con disinfezione (cloro) delle superfici potenzialmente contaminate. [P.C.]
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