Convulsioni
Contrazioni brusche e involontarie dei muscoli, che si manifestano attraverso crisi parossistiche.
Cause
La causa, che non è sempre possibile determinare, può essere di vario tipo: febbre o disidratazione nel lattante, trauma cranico, infezioni (meningite, encefalite), ictus, tumore intracranico, squilibrio metabolico (brusco abbassamento del glucosio o del calcio ematico), intossicazioni (alcol, monossido di carbonio, farmaci).
Sintomi e segni
Il termine convulsioni si riferisce a fenomeni muscolari generalizzati a tutto il corpo, detti clonici; scosse, movimenti a scatti degli arti, del volto e degli occhi. I fenomeni detti tonici, invece, corrispondono a un’intensa rigidità del corpo e possono associarsi ai precedenti nel corso della stessa crisi. Si verifica una perdita di conoscenza, almeno durante le crisi generalizzate. Si parla di epilessia quando gli accessi hanno la tendenza a recidivare nell’arco di molti mesi o anni, che la loro causa sia nota o meno. Nel lattante, le convulsioni possono giustificare il ricovero in ospedale, per tentare di identificarne la causa e di valutarne così il carattere epilettico, ovvero il rischio di recidiva.
Trattamento
Oltre che nella soppressione di una eventuale causa, il trattamento della crisi consiste di norma in un’iniezione di diazepam (per via intramuscolare, oppure, più spesso, intrarettale). L’opportunità di prescrivere un trattamento continuativo, inteso a prevenire eventuali recidive e consistente nella somministrazione orale di antiepilettici, viene presa in considerazione caso per caso.
Convulsioni febbrili del bambino Le convulsioni febbrili del bambino sono quelle legate esclusivamente alla febbre, al di fuori di qualunque patologia infettiva a carico del sistema nervoso (meningite). Sono frequenti (5% dei bambini tra i 9 mesi e i 5 anni) e nella metà dei casi colpiscono i soggetti di età inferiore ai 2 anni. Le convulsioni febbrili cosiddette semplici sono quelle di più frequente riscontro; sono di breve durata (3-5 minuti) e si osservano nei bambini il cui sviluppo psicomotorio è normale. Tuttavia, il ricovero in ospedale è di solito giustificato dalla necessità di escludere una causa soggiacente grave, come una meningite. A tal scopo si effettua una puntura lombare, i cui risultati sono normali in caso di convulsione febbrile semplice. Alcuni criteri permettono di valutare un rischio elevato di recidiva nel corso di un altro accesso febbrile: ritardo psicomotorio, anomalia prolungata dell’esame neurologico dopo la prima convulsione, età inferiore a 9, o meglio ancora a 6 mesi, lunga durata della prima crisi convulsiva, precedenti di convulsioni febbrili nel contesto familiare. Il rischio di epilessia (recidiva delle convulsioni a lungo termine, anche senza febbre) è molto remoto. Il trattamento delle convulsioni febbrili non differisce da quello degli altri tipi di convulsioni e consiste nell’assunzione di diazepam, meglio se somministrato per via intrarettale.
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