Emorragie gastrointestinali -Principali tipi di emorragia gastrointestinale
Nell’elenco che segue vengono analizzati i tipi più comuni di emorragia del tubo digerente, a partire dall’esofago sino all’ano.
Esofago A livello esofageo le emorragie più eclatanti, in parecchi casi anche mortali, sono quelle da varici esofagee; queste ultime consistono in vene ingrossate che si formano nel corso di malattie severe del fegato come la cirrosi epatica. La rottura delle varici esofagee rappresenta una vera e propria urgenza e necessita di una valutazione e di un trattamento tramite gastroscopia, nel corso della quale si possono applicare dei piccoli elastici sulle varici oppure iniettare in esse delle sostanze (simili a colla) che le chiudono. Viene poi effettuato un ricovero in ospedale per alcuni giorni, somministrando al paziente una terapia endovenosa di supporto. Un tipo particolare di emorragia esofagea è quella che si verifica dopo episodi ripetuti di vomito; essi determinano infatti la formazione di una lesione chiamata di Mallory-Weiss, che può sanguinare in maniera anche molto significativa. È caratteristica in questo caso l’emissione di sangue dalla bocca (ematemesi) dopo alcuni episodi di vomito alimentare. Le emorragie causate da infiammazioni o infezioni (esofagiti) oppure da neoplasie sono spesso di entità più lieve e possono anche non essere avvertite dal paziente, pur durando magari per molti giorni.
Stomaco La causa più comune di emorragia dello stomaco è rappresentata dalle ulcere, lesioni del rivestimento interno dello stomaco (mucosa) che hanno l’aspetto di piccole “escavazioni”. Talvolta la lesione può giungere più in profondità, fino ad attraversare tutta la parete (ulcera perforata), determinando una peritonite che causa una grave compromissione delle condizioni generali del paziente.
Il sanguinamento da ulcere gastriche può essere sia acuto e molto importante sia cronico e pressoché inavvertito dal paziente, che talvolta si accorge del problema casualmente o perché diventa pallido (anemico). Nella maggior parte dei casi le ulcere gastriche sono causate dall’Helicobacter pylori (un batterio in grado di sopravvivere nello stomaco e di provocare ulcere e gastriti) o dall’assunzione di farmaci antinfiammatori non steroidei (meglio conosciuti con la sigla FANS). In alcuni casi le ulcere dello stomaco possono essere in realtà delle neoplasie: è quindi necessario controllarne sempre (mediante gastroscopia) la perfetta guarigione, in quanto le ulcere neoplastiche, a differenza di quelle non neoplastiche, persistono dopo la terapia farmacologica.
Nel corso della gastroscopia è possibile interrompere il sanguinamento per esempio iniettando sotto l’ulcera una soluzione contenente adrenalina, oppure apponendo sopra l’ulcera un punto metallico (endoclip). La guarigione dell’ulcera avviene poi tramite una terapia con farmaci da assumere per bocca, eventualmente preceduta per qualche giorno, nei casi più gravi, da una terapia endovenosa. Se invece l’ulcera è di tipo neoplastico è spesso necessaria una terapia chirurgica, in grado di asportare la parte di stomaco nella quale è localizzata l’ulcera stessa.
Duodeno Sanguinamenti nel duodeno possono essere provocati da ulcere (mai maligne, però, e trattabili con una terapia farmacologica ed endoscopica) e duodeniti erosive (cioè infiammazioni che provocano lesioni superficiali della mucosa interna di rivestimento del duodeno).
Intestino tenue Come già accennato, le emorragie che originano dall’intestino tenue sono piuttosto rare, ma comportano spesso la necessità di numerosi esami e di un trattamento particolare, in quanto non possono essere individuate con gli esami endoscopici standard (gastroscopia e colonscopia). A questo livello i sanguinamenti possono essere dovuti ad angiodisplasie (cioè malformazioni vascolari, spesso di piccole dimensioni, che però possono sanguinare in maniera importante e recidivante), neoplasie e polipi (piuttosto rari) o malattia di Crohn (malattia che provoca un’infiammazione cronica dell’intestino e che può determinare emorragie ricorrenti).
Colon Nel colon le emorragie sono spesso dovute a polipi (benigni o, più spesso, maligni); in questo caso l’emorragia è spesso di piccola entità e si può anche arrestare da sola, ma rappresenta un importante campanello di allarme per andare a ricercare il polipo mediante colonscopia e asportarlo per la stessa via, se è benigno; in caso di malignità è invece necessario un intervento chirurgico che asporti tutto il tratto di colon che lo contiene.
Grosso intestino Anche il grosso intestino può essere colpito da malattie infiammatorie croniche (sia la malattia di Crohn sia la rettocolite ulcerosa); si tratta di malattie piuttosto rare, ma che, soprattutto nel caso della rettocolite, possono determinare delle rettorragie molto importanti. Una causa invece abbastanza comune di emorragia bassa è rappresentata dalle emorroidi, vene ingrossate del canale anale che possono talvolta lesionarsi causando dei sanguinamenti, peraltro in genere di lieve entità. Queste emorragie sono abbastanza tipiche, perché compaiono alla fine di un’evacuazione (soprattutto se di feci dure) come gocce di sangue rosso vivo sulla carta igienica o nel gabinetto. [E.G.]
Cerca in Medicina A-Z