Vegetariani -La motivazione etica al vegetarianesimo
È questa la motivazione più frequente: chi sceglie l’alimentazione vegetariana in questo caso lo fa perché non vuole procurare sofferenza e morte ad altri esseri viventi, tanto più quando tali uccisioni non sono dettate da alcuna necessità di sopravvivenza, ma solo dall’ingordigia, da pulsioni distruttive (la caccia come sport e passatempo), da consuetudini culinarie o dal piacere del palato.
La motivazione etica è l’unica non legata a vantaggi personali (quella religiosa può essere considerata finalizzata ad acquisire meriti di fronte a Dio) o sociali: è disinteressata.
L’evoluzione morale dell’uomo, nel corso dei secoli, si è mossa nella direzione di allargare sempre più la sfera del rispetto verso gli altri; razzismo, sessismo, specismo (ritenere la propria specie superiore e legittimata per questo a opprimere le altre) sono aspetti della cultura sempre più rifiutati. La diffusione della cultura orientale nell’ambito dell’etica occidentale porta a uscire dalla mentalità antropocentrica (l’uomo è al centro di tutto e può dominare su tutto) per abbracciare un’etica biocentrica, che rispetti la vita in tutte le sue forme.
L’uomo moralmente evoluto considera con benevolenza, rispetto, compassione, fratellanza (san Francesco d’Assisi) tutte le creature viventi: la capacità di provare emozioni, di soffrire, di sentire dolore che gli animali hanno è l’argomentazione principale dell’etica animalista, la quale sostiene che se si abitua l’uomo all’indifferenza etica verso il dolore degli animali, lo si predispone alla violenza come stile di vita. Chi vuole migliorare il mondo deve cominciare da se stesso, partendo dalla scelta più immediata e quotidiana, quella del cibo di cui si nutre.
Nell’antichità furono molti i filosofi vegetariani: tra i più famosi, Pitagora, (in passato il vegetarismo veniva chiamato regime pitagorico), Platone, Epicureo, Plutarco, Seneca, Porfirio.
Probabilmente fu vegetariano Leonardo da Vinci; Adam Smith, economista inglese, John Milton, poeta inglese, Voltaire, Rousseau, Shelley, Bernardin de Saint-Pierre, George Bernard Shaw, Leone Tolstoj, Ghandi, Albert Schweitzer, praticarono e scrissero testi importanti a favore del regime senza carne. Movimenti esoterici, teosofici, l’antroposofia (movimento pseudoscientifico basato sulle idee di Rudolf Steiner) praticano e propagandano l’alimentazione non cruenta. Dai movimenti occultisti il vegetarismo passerà anche in alcune personalità naziste, fra cui Hitler, che credono così di impadronirsi di particolari energie e poteri mentali.
Albert Einstein diventò vegetariano nella seconda parte della sua vita e scrisse “credo che una maniera vegetariana di vivere, per il suo effetto puramente fisico sul temperamento dell’uomo, potrebbe avere un’influenza molto favorevole per la sorte dell’umanità”. I seguaci di tale regime alimentare sono sempre più numerosi nel mondo occidentale: in Italia si ritiene che, attualmente, circa il 10% della popolazione pratichi una dieta priva di carne.
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