Vegetariani -La motivazione ecologista
È fondata sul concetto che la produzione, il raccolto, la conservazione, la lavorazione, il confezionamento, il trasporto, la distribuzione, l’elaborazione, il consumo degli alimenti e lo smaltimento dei materiali di scarto nelle varie fasi, necessitando di energia, provocano un impatto ambientale di entità rilevante.
Tale impatto è peraltro variabile e quantificabile in rapporto agli alimenti considerati: l’ecologia della nutrizione (termine coniato nel 1986 in Germania) prende in esame tutte le componenti della catena alimentare e ne valuta gli effetti secondo i 4 punti di vista della salute umana e dell’impatto ambientale, sociale ed economico. In questo modo si è arrivati ad alcune conclusioni:
- a parità di tipologia di produzione, maggiore è il consumo di animali e maggiore è l’impatto ambientale;
- a parità di dieta, i metodi di produzione chimico-intensivi hanno un impatto ambientale maggiore rispetto ai metodi derivati dall’agricoltura biologica;
- i regimi alimentari ambientalmente sostenibili sono (in ordine crescente): il vegetariano-biologico, il vegan convenzionale, il vegan-biologico;
- l’alimentazione onnivora con prodotti da allevamenti intensivi e agricoltura convenzionale è risultata la più invasiva, con il maggior impatto ambientale;
- l’alimentazione vegetariana/vegana con prodotti da allevamento e da agricoltura biologica è risultata la dieta a minor impatto ambientale.
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