Ipocalcemia
Anomala diminuzione della calcemia (livelli di calcio nel sangue), che scende sotto le 2,26 mmol (90 mg)/l nell’adulto, e sotto le 1,75 mmol (70 mg)/l nel neonato.
L’ipocalcemia nell’adulto è dovuta a malattie digestive con malassorbimento (intolleranza al glutine), alla carenza di vitamina D, a un’insufficienza renale cronica; nel bambino è connessa a rachitismo da carenza di vitamina D. Talvolta è imputabile a ipoparatiroidismo (insufficiente secrezione di paratormone a opera delle ghiandole paratiroidi).
Le ipocalcemie lievi rimangono asintomatiche. Quando sono di maggiore entità, si manifestano con crisi tetaniche: punture o formicolio su mani, dita e intorno alla bocca, crampi e accessi di contratture muscolari, talvolta complicate da convulsioni e laringospasmo (spasmo della laringe con difficoltà respiratoria), soprattutto nel bambino. A lungo termine, l’ipocalcemia dà luogo a disturbi neurologici (tremori), cataratta precoce, anomalie dentarie.
Il trattamento, che comprende l’assunzione orale di calcio e vitamina D, richiede un controllo regolare dei livelli di calcio nel sangue e nelle urine. Nelle forme severe occorre praticare con urgenza un’iniezione di calcio.
Ipocalcemia neonatale Diminuzione del livello di calcio nel siero durante la prima settimana di vita.
È associata a un aumento dei livelli di fosforo. In alcuni bambini possono comparire segni di tetania quando i livelli di calcio scendono sotto le 2 mmol/l. Questa condizione può associarsi o meno a brevi episodi convulsivi. Si ritiene che l’ipocalcemia sia secondaria a incapacità del rene a eliminare i fosfati. Poiché il latte di mucca contiene una quantità di fosforo maggiore del latte umano la sintomatologia clinica è generalmente limitata ai bambini che vengono nutriti artificialmente.
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