Insufficienza renale cronica
L’insufficienza renale cronica è una sindrome clinica caratterizzata dalla riduzione, fino alla perdita, della capacità dei reni di svolgere alcune fondamentali funzioni:
- eliminare le sostanze tossiche prodotte, quotidianamente, durante i normali processi metabolici dell’organismo;
- regolare l’equilibrio acqua-sali minerali dell’organismo (controllo del bilancio idroelettrolitico e acido-base);
- regolare la pressione arteriosa;
- regolare la produzione di globuli rossi;
- controllare l’equilibrio del calcio e quindi lo stato delle ossa.
La sindrome può essere causata dalla persistenza di alcune malattie a carico di varie componenti anatomiche dei reni (glomeruli, interstizio, vasi sanguigni) e delle vie urinarie (calcolosi, infezioni urinarie), da alcune forme ereditarie (per esempio il rene policistico bilaterale) e da alcune malattie croniche sempre più diffuse come il diabete mellito e l’ipertensione arteriosa; talvolta consegue a forme irreversibili di insufficienza renale acuta. L’insufficienza renale cronica è una patologia in continua crescita nella popolazione, e i costi della sua gestione sono sempre più rilevanti per la società; ciò spinge a dare molta importanza alla prevenzione, che fondamentalmente consiste nel non sottovalutare alcuni segni clinici e laboratoristici (per esempio la presenza di sangue o di proteine, anche in tracce, nelle urine, la pressione arteriosa elevata o le minzioni frequenti anche di notte) oltre che nel tenere sotto controllo l’ipertensione arteriosa e le oscillazioni metaboliche del diabete mellito nei pazienti che ne sono affetti. Va ricordato infatti che una caratteristica importante dell’insufficienza renale cronica è quella di essere avvertita da chi ne è affetto soltanto nelle fasi avanzate (cioè quando è andata perso oltre il 70%-80% della funzione renale), troppo tardi per rallentarne il peggioramento nel tempo.
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