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Apparato digerente
Singhiozzo
Il singhiozzo consiste in contrazioni involontarie e non controllabili del muscolo diaframma che determinano la chiusura rapida e rumorosa della glottide, con l’interruzione di un atto inspiratorio.
Queste contrazioni si susseguono solitamente in maniera ritmica.
Il preciso meccanismo di insorgenza del singhiozzo non è ancora noto, ma sicuramente sono coinvolti più rami nervosi, tra i quali il nervo vago, il nervo frenico e alcuni nervi toracici uniti insieme in una sorta di arco riflesso che ha come terminale il muscolo diaframma: il singhiozzo può derivare dall’irritazione di uno qualsiasi dei tratti nervosi coinvolti in tale riflesso.
Cause
Raramente il singhiozzo dipende da una malattia organica (e corrisponde quindi a una vera e propria lesione dei tessuti); ha per lo più un carattere funzionale, è quindi innocuo e si risolve in maniera spontanea in tempi relativamente rapidi.
Le cause più comuni del singhiozzo di tipo funzionale sono la dilatazione dello stomaco (da pasto abbondante o troppo rapido, aerofagia, assunzione di bevande gassate, insufflazione di aria nel corso di gastroscopia), variazioni improvvise della temperatura (da assunzione di cibi troppo caldi o troppo freddi, cambiamento repentino della temperatura ambientale, doccia fredda), ma anche alcuni fattori di natura psicologica quali eccitazioni improvvise o eccessivo carico emotivo. Nei lattanti il singhiozzo è piuttosto frequente in prossimità dei pasti, può corrispondere a un lieve reflusso gastroesofageo, ma è del tutto benigno e tende a ridursi con il tempo.
In alcuni casi, non frequenti, il singhiozzo è invece provocato da malattie quali l’insufficienza renale, la sepsi, l’intossicazione da alcol, alcune malattie del sistema nervoso centrale (insufficienza cerebrovascolare, idrocefalo, encefalite, meningite), della regione del collo (struma, linfadenopatie, faringite e laringite), degli organi toracici (bronchite, pleurite, infarto del miocardio, miocardite, esofagite da reflusso), degli organi addominali o di natura psichiatrica.
Cosa fare
Il singhiozzo “benigno” è quello che in assoluto si verifica con maggiore frequenza: si risolve in tempi brevi spontaneamente o con semplici accorgimenti.
Tra questi ultimi, i più efficaci consistono nell’inspirare molto profondamente e trattenere il fiato per 20-30 secondi oppure nel bere un bicchiere d’acqua.
Cosa non fare
La tradizione popolare ci ha tramandato una serie di rimedi empirici quali provocare un improvviso spavento al soggetto che sta singhiozzando, fargli assumere qualche goccia di succo di limone, bere 7 sorsi d’acqua e così via: tutte pratiche che non possiedono fondamento scientifico e sono generalmente di scarsa efficacia.
Quando rivolgersi al medico
Il singhiozzo non costituisce quasi mai un motivo di consultazione del medico o di accesso in Pronto soccorso ma, se si protrae per molte ore o si presenta molto frequentemente, richiede una valutazione medica per escludere patologie organiche sottostanti.
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