Assistere un familiare
Protezione della cute
Via intramuscolare
La somministrazione di farmaci per via intramuscolare è da sempre compito degli infermieri, anche se negli anni passati tale pratica veniva effettuata da molte persone più o meno formate.
Questa metodica, pur essendo relativamente semplice, richiede comunque un minimo di conoscenze e un po’ di pratica: quando è possibile, l’iniezione intramuscolare deve essere praticata da un infermiere o dal medico, ma ci si può anche trovare nelle condizioni in cui né l’uno né l’altro sono reperibili e quindi si rende necessario sapersi muovere autonomamente.
Per effettuare una puntura in un muscolo sono necessari:
- siringa;
- disinfettante;
- cotone idrofilo;
- farmaco;
- contenitore per lo smaltimento.
In commercio si trovano siringhe per somministrazione sottocutanea o intramuscolare disponibili anche nella versione confezionata monouso, provvista o meno di ago.
La siringa utilizzata per la via intramuscolare in generale ha una capacità variabile, da 2,5 a 5 cc, ed è composta da un cilindro, uno stantuffo e dalla punta in cui si inserisce l’ago.
Molta importanza rivestono proprio gli aghi, che devono essere scelti in base all’uso che se ne deve fare. Il diametro di un ago si calcola in gauge: più è piccolo il numero e maggiore è il diametro (18-28 Ø). La scelta dell’ago è fondamentale e deve essere vagliata ogni qualvolta si debbano somministrare farmaci con differenti consistenze: un farmaco che tende a cristallizzare o una soluzione oleosa richiederanno un diametro più largo rispetto a una soluzione più acquosa e liquida.
In linea di massima, per effettuare una puntura intramuscolare si utilizzano aghi da 20-22 gauge.
La somministrazione di farmaci per via intramuscolare può essere fonte di pericolo anche per chi effettua l’iniezione. Le punture accidentali con aghi già utilizzati sono un problema molto importante in ambito ospedaliero, ma anche a casa è possibile pungersi inavvertitamente con l’ago precedentemente usato. Pertanto, è bene fare attenzione anche se si somministra un farmaco a una persona che si conosce, a un parente, al marito o alla moglie.
Alcuni preparati farmacologici si trovano già pronti all’uso in siringhe preriempite, mentre altri farmaci sono confezionati in fiale in forma liquida o con la polvere da unire a un solvente.
La fiala è in vetro, con un corpo cilidrico e una zona più ristretta che rende possibile l’apertura. Si utilizzano una sola volta, in quanto sono monouso.
In corrispondenza della parte ristretta, le fiale presentano un pallino su cui effettuare la pressione per procedere all’apertura. Possono contenere da 1 a 10 ml di sostanza farmacologica o acqua per preparazioni iniettabili.
I flaconi sono piccoli contenitori che hanno un tappo e una membrana perforabile attraverso la quale iniettare il liquido per ricostituire il preparato (ricostituzione della soluzione), oppure contengono solo il farmaco liquido. Spesso i liquidi per la ricostituzione sono sostanze assolutamente innocue, quali acqua sterile o soluzione fisiologica; altre volte contengono anestetico per rendere meno dolorosa la puntura e possono essere pericolose se iniettati direttamente nelle vene.
La tecnica di apertura dei contenitori e di aspirazione dei liquidi in essi contenuti si svolge come segue.
- Lavare le mani.
- Prelevare la fiala, facendo attenzione a liberare la punta, con piccoli colpetti delle dita, dal liquido che sempre vi si deposita.
- Per evitare di tagliarsi le dita, avvolgere una garza sterile intorno alla punta della fiala, tirando poi la punta verso di sé.
- Se si dispone dell’apposito contenitore per taglienti, eliminare la punta della fiala.
- Prelevare la siringa e aprirla, rimuovere l’ago e sostituirlo con un altro di piccole dimensioni (23 G): così facendo, si evita l’aspirazione di frammenti di vetro.
- Aspirare il farmaco con la siringa, facendo attenzione a non toccare la parte esterna del contenitore.
- Eliminare l’ago 23G e applicare l’ago richiesto: adesso la siringa è pronta.
Quando si deve procedere alla ricostituzione di un farmaco, cioè aggiungere il solvente alla polvere (soluto), il procedimento varia leggermente e si svolge come descritto di seguito.
- Lavare le mani.
- Prelevare il farmaco.
- Aprire il flacone e disinfettare la membrana in gomma con un batuffolo di garza e imbevuto di apposito disinfettante (clorexidina in alcol, per un tempo di contatto di 30 secondi).
- Aspirare il liquido ed eliminare l’aria in eccesso.
- Inserire l’ago nel flacone e iniettare tutto il liquido.
- Rimuovere ago e siringa e sistemare il tappo sull’ago in modo che non sia esposto all’aria e non tocchi alcuna superficie.
- Prelevare il flacone e, con movimenti circolari, assicurarsi che il farmaco si sia ricostituito (non agitare il flacone per evitare la formazione di schiuma).
- Leggere sulla confezione del farmaco quanti millilitri (cc = ml) contiene ogni fiala e aspirare il medesimo quantitativo d’aria nella siringa.
- Verificare che l’ago sia ben inserito nella siringa.
- Inserire l’ago nel flacone e introdurre l’aria: così facendo si rende più facile l’aspirazione del liquido.
- Aspirare il farmaco capovolgendo il flacone e tenendo la punta dell’ago sotto il livello del liquido.
- Estrarre l’ago e applicare il tappo in modo da non comprometterne la sterilità.
- Rimuovere l’aria in eccesso spingendo verso l’alto lo stantuffo con il tappo inserito; si può percuotere leggermente il cilindro della siringa con le dita per facilitare la rimozione delle piccole bolle.
- Sostituire l’ago con uno di dimensioni appropriate (22 G), senza toccare la punta della siringa con le mani. La siringa ora è pronta.
Alcuni farmaci possono creare schiuma e gas all’interno del flacone quando vengono ricostituiti: in tal caso non bisogna aggiungere aria al flacone prima di aspirarli; solitamente, sulla confezione si trovano indicazioni al riguardo.
In commercio esistono anche aghi-filtro dotati di un sistema che non consente alle grandi particelle di passare dal flacone alla siringa. Si tratta di sistemi di sicurezza adottati in particolare per la somministrazione di farmaci per via endovenosa; tali presidi possono però ostacolare il passaggio di farmaci ricostituiti e prima di adoperarli è preferibile chiedere al medico o all’infermiere. Anche un ago di piccole dimensioni evita il passaggio di particelle.
Infine, vi sono farmaci oleosi che si aspirano a fatica e si iniettano con altrettanta difficoltà: in tal caso si utilizzano aghi con un calibro maggiore (18 G).
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