Versione
Manovra ostetrica atta a modificare la posizione in utero di un feto la cui presentazione non consente lo svolgimento del parto per via naturale. Il tipo più comune è la versione esterna.
Versione esterna (rivolgimento)
Questa manovra si esegue in genere intorno alla trentaseiesima settimana di amenorrea. Consiste nel modificare la posizione del feto agendo attraverso la parete addominale, per portare la testa a livello del distretto superiore, limite anatomico tra il grande e il piccolo bacino. La versione con manovra esterna permette di evitare un cesareo quando la misurazione del bacino materno, eseguita in radiopelvimetria, rivela l’impossibilità di un parto podalico. Alcune ostetriche praticano molto spesso questo tipo di manovra, che consente anche di girare un feto in posizione trasversale (presentazione detta di spalla) e di posizionarlo in senso longitudinale. È infine praticata, in occasione di un parto gemellare, nel caso in cui il secondo bambino si presenta podalico.
Svolgimento e risultati
Il mattino della versione, la gestante è sottoposta a un trattamento volto a evitare le contrazioni uterine. L’ostetrico pone le mani sulla parete addominale della donna, una sotto le natiche del feto e l’altra sulla sua testa, e fa lentamente ruotare il bambino di 180 gradi. Se ben praticata la manovra, che dura dai 10 ai 15 minuti, non dovrebbe essere dolorosa. I risultati sono progressivamente meno positivi con l’avanzare della gravidanza: il tasso di successo della versione esterna è dell’80% dopo 32 settimane di amenorrea, ma il rischio di una nuova versione spontanea del feto è in tal caso maggiore, del 44% a 38 settimane.
Effetti secondari
La versione non è una manovra da praticare con leggerezza: può comportare una sofferenza fetale acuta, dovuta a una mobilizzazione eccessiva della placenta o del cordone ombelicale.
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