Alimentazione
Perché l’uomo deve mangiare?
La piramide alimentare
La piramide alimentare fu messa a punto alla fine degli anni Settanta, negli Stati Uniti, dal Dipartimento dell’Agricoltura, in occasione di una campagna di educazione nutrizionale volta a sensibilizzare i cittadini sui rapporti tra alimentazione e salute. Successivamente fu inserita all’interno delle linee guida nutrizionali come strumento per orientare le scelte alimentari degli americani.
La figura geometrica e la semplicità dei disegni permettono di trasmettere in modo chiaro e immediato il messaggio chiave, che è quello di scegliere giornalmente gli alimenti nei vari gruppi rappresentati, prevedendo un numero di porzioni maggiore per quelli che si trovano alla base e un numero di porzioni minore per quelli che invece si trovano al vertice.
Le indicazioni contenute nella piramide si sono diffuse anche in Italia e nel 2003, al fine di guidare la popolazione verso comportamenti alimentari più salutari, il Ministero della salute affidò a un gruppo di esperti italiani il compito di elaborare un modello di dieta coerente con lo stile di vita contemporaneo e con la tradizione alimentare del nostro paese.
Nacque così la piramide dello stile di vita italiana che indica le QB (Quantità Benessere), ovvero le porzioni espresse in grammi degli alimenti da consumare ogni giorno scegliendo tra i vari gruppi rappresentati.
La piramide alimentare italiana si articola in 6 piani, con gruppi di alimenti di colore diverso perché a diverso contenuto di nutrienti; all’interno di ogni gruppo occorre variare per ottenere un’alimentazione completa. Alla base trovano posto vegetali tipici della dieta mediterranea mentre il vertice accoglie i cibi con maggiore densità calorica, da consumare, quindi, con moderazione per ridurre i rischi di sovrappeso e obesità.
È stata in seguito elaborata anche la piramide dell’attività fisica, con relative QB, che presenta alla base attività semplici come la passeggiata (attività consigliata ogni giorno per una durata di almeno 30 minuti) e ai piani superiori attività più energiche che richiedono tempo di esecuzione inferiore e minore frequenza settimanale.
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