Suicidio -Malattie organiche
Numerose ricerche riportano che la presenza di patologie organiche clinicamente rilevanti è associata a un elevato rischio parasuicidario e suicidario. Tale correlazione viene riscontrata principalmente in corso di patologie a carico del sistema nervoso centrale (sclerosi multipla, epilessia, delirium tremens, malattia di Huntington), insufficienza renale, tumori, malattie autoimmunitarie (lupus eritematoso sistemico, AIDS) e metaboliche come il diabete mellito.
Circa la metà dei soggetti che compiono atti parasuicidari soffre di una patologia organica cronica. Tali soggetti risultano significativamente più depressi, in particolare se intorno ai 50 anni, e caratterizzati da una recidiva della malattia cronica di cui soffrono. Il 45% dei soggetti affetti da una malattia cronica attribuisce a tale condizione il ruolo di fattore precipitante il gesto parasuicidario e circa il 20% lo considera il fattore determinante.
Ciascuna malattia che influisca sull’aspettativa di vita di un soggetto è accompagnata da inevitabili cambiamenti nella percezione di sé e del proprio ruolo socio-familiare. Il mantenimento della capacità di progettarsi nel futuro è un costrutto mentale essenziale al fine di prevenire l’insorgenza di ideazione di morte e la messa in atto di gesti suicidari.
Le caratteristiche proprie di una malattia organica correlate a un aumento del rischio suicidario consistono essenzialmente nella sua natura cronica, nell’interferenza con la funzionalità motoria e quindi socio-lavorativa, nella prospettiva di andare incontro a sofferenze fisiche e inoltre nell’imbarazzo sociale, nel deterioramento cognitivo (perdita di memoria, orientamento, capacità di giudizio e astrazione), nella perdita di autonomia, che comporta la prospettiva di dipendere da altri.
Numerose ricerche hanno evidenziato che i pazienti a più elevato rischio parasuicidario mostrano alcuni tratti caratteristici, tra cui la presenza di disturbi psichiatrici e di patologie organiche, di condotte di abuso e di dipendenza da alcol e sostanze e di un significativo disagio psico-relazionale. Tuttavia queste stesse caratteristiche costituiscono spesso un ostacolo alla creazione di un’ottimale alleanza terapeutica e rendono tali pazienti scarsamente aderenti e disponibili nei confronti delle strategie di trattamento, sia con farmaci sia con psicoterapia.
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