Placenta
Organo di scambio tra il feto e la madre, espulso dopo il parto durante la fase di secondamento. La placenta è formata dall’adesione tra più membrane di origine materna (decidua) e fetale (trofoblasto), irrorate da vasi sanguigni. Completamente formata al quinto mese di gravidanza, aumenta di volume sino al momento del parto, senza modificare la propria struttura. Una volta superato il termine della gravidanza, le funzioni svolte dalla placenta divengono imperfette, di conseguenza il feto è nutrito e ossigenato in misura minore.
Struttura
In una gravidanza a termine, la placenta normale ha la forma di un disco di 15-20 cm di diametro e di 2-3 cm di spessore. Pesa da 400 a 600 g, un sesto del peso del feto. È prolungata ai lati dalle membrane ovulari (corion, amnio). La porzione materna, che aderisce all’utero, comprende la decidua basale, corrispondente alla mucosa uterina trasformata, e la placca coriale, saldamente ancorata mediante villi alla mucosa uterina. Entrambe, rivestite da una parete, sono irrorate da un’arteriola e da una venula. La porzione fetale, sulla quale si inserisce il cordone ombelicale che unisce la placenta al feto, è lucente, liscia e avvolta dall’amnio trasparente, sotto il quale scorrono i vasi placentari.
Funzione
La placenta svolge una triplice funzione: regola gli scambi maternofetali, secerne ormoni e protegge il feto.
Gli scambi maternofetali avvengono attraverso vasi e villi; poiché non vi è alcuna comunicazione diretta tra la circolazione sanguigna della madre e quella del feto, il sangue dell’uno e dell’altra non entrano in contatto. Il ruolo della placenta è sia respiratorio sia nutritivo: consente, infatti, da un lato, gli scambi di ossigeno necessari alla crescita del feto e all’espulsione dell’anidride carbonica, dall’altro, l’apporto degli elementi nutritivi della madre al feto e l’espulsione dei materiali di rifiuto presenti nella circolazione materna.
La secrezione ormonale della placenta comincia sin dall’inizio della gravidanza: il trofoblasto secerne la gonadotropina corionica umana (hCG), necessaria alla buona evoluzione della gravidanza; il dosaggio dell’hCG consente la diagnosi precoce di gravidanza. Un altro ormone, la somatotropina corionica (GH), interviene nel nutrimento del feto e prepara la lattazione. La placenta secerne inoltre ormoni steroidei (estrogeni e progesterone) e, dal terzo mese di gravidanza, si sostituisce alle ovaie.
La funzione di protezione della placenta è ineguagliabile. Sino al quinto mese, quando il feto comincia a produrre anticorpi propri, impedisce il passaggio di eventuali batteri e consente la filtrazione di determinati anticorpi materni che proteggono il feto contro numerose malattie. La barriera placentare viene tuttavia attraversata da alcuni farmaci che possono avere effetti nocivi sul feto.
Patologie
La placenta è generalmente inserita sul fondo (parte alta) dell’utero; una sua collocazione più in basso potrebbe dare luogo a emorragie. Se inserita molto in basso, tra il feto e la cervice uterina (placenta previa), impedisce il parto naturale e impone il ricorso al taglio cesareo. Un’altra patologia grave è il distacco della placenta durante la gravidanza (ematoma retroplacentare). Si tratta di un’emergenza ostetrica; se la data del parto è vicina, un taglio cesareo permette di salvare la vita del feto.
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