Morbillo
Malattia infettiva molto contagiosa, tipica soprattutto dei bambini e dovuta al virus del morbillo, del genere Paramyxovirus. Il morbillo è una malattia infettiva dell’infanzia, la cui incidenza è stabile e continua e che dà luogo a epidemie. L’infezione può portare alla morte, in particolare nei Paesi la cui popolazione è malnutrita. Nell’Africa tropicale, per esempio, il morbillo è una delle principali cause di mortalità nei bambini al di sotto dei 4 anni.
Cause
Il virus del morbillo infetta soltanto l’uomo e non può essere trasmesso dagli animali. Penetra direttamente nell’organismo attraverso le vie respiratorie e la membrana oculare (congiuntiva), quando un soggetto che ne è affetto tossisce o starnutisce. Si tratta di una patologia fortemente contagiosa durante il periodo di incubazione (insediamento del virus nell’organismo), che dura circa 10 giorni, e durante il periodo di eruzione (esordio della malattia), della durata di 4 giorni.
Sintomi e segni
La malattia si manifesta all’improvviso con febbre elevata, rinite (infiammazione della mucosa delle fosse nasali) e congiuntivite (infiammazione della congiuntiva), accompagnati da ipersecrezioni oculonasali e tosse. Il viso appare gonfio; l’interno della bocca è sede di un enantema (eruzione mucosa) caratteristico della malattia, chiamato segno di Koplik (presenza di macchioline biancastre sulla faccia interna delle guance). A questi sintomi fa seguito un’eruzione cutanea di macchie rosse, che compaiono dapprima sul volto, per poi estendersi al resto del corpo. Le macule possono dar luogo a grandi placche rosse. La febbre e l’eruzione regrediscono in meno di 1 settimana, ma la tosse può persistere anche per 1 o 2 settimane.
Complicanze
La più pericolosa è la laringite precoce (detta anche laringite con stridore), che può rendere l’inspirazione molto difficoltosa, sino all’asfissia. Frequenti sono patologie respiratorie quali rinite purulenta, faringite, otite o bronchite. Nei pazienti con un sistema immunitario indebolito può subentrare una polmonite interstiziale o una bronchiolite, la cui prognosi è severa. Sono inoltre possibili, anche se rare, complicanze neurologiche (encefalite), che si manifestano intorno al quinto giorno dell’eruzione, o più tardi, e possono lasciare sequele neuropsichiche. Nella gestante il morbillo può portare a un aborto nel corso del primo trimestre, a un parto prematuro durante il secondo e il terzo, e implica, per tutta la durata della gravidanza, un rischio di malformazioni del feto.
Trattamento
Si basa sul riposo, sull’assunzione di farmaci volti ad abbassare la temperatura e a calmare la tosse e sulla disinfezione delle vie respiratorie e degli occhi (antisettici e antibiotici). Occorre sospendere la frequenza scolastica per tutta la durata della malattia. In caso di laringite con stridore è necessario intraprendere d’urgenza una corticoterapia, associata a sedativi volti a calmare il bambino agitato.
Evoluzione e prevenzione
Il morbillo contagia due volte la stessa persona soltanto in casi eccezionali, poiché l’infezione del virus conferisce un’immunità permanente contro la patologia. La prevenzione si basa essenzialmente sulla vaccinazione, controindicata però durante la gravidanza e nelle persone immunodepresse. Di solito il vaccino viene somministrato insieme a quelli per la rosolia e la parotite dopo il primo anno di età (più precocemente soltanto se il bambino vive in collettività).
La sieroprevenzione (somministrazione di sieroglobuline contenenti anticorpi specifici contro gli antigeni del virus) può essere indicata nei soggetti cagionevoli e nelle donne in gravidanza che siano state in contatto con una persona affetta da morbillo; è tuttavia efficace solamente se eseguita prima del quinto giorno successivo al contatto con il virus, e il suo effetto è duraturo soltanto se seguito da una vaccinazione effettuata a meno di 3 mesi di distanza.
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