Mal di testa -Emicrania e ictus ischemico
Diversi studi scientifici hanno suggerito una complessa e ancora oggi non completamente definita relazione bidirezionale tra emicrania e ictus ischemico. L’emicrania, infatti, sembra associata a un incrementato rischio di stroke ischemico (ictus ischemico) e tale rischio aumenterebbe in caso di associazione con fumo e contraccettivi orali. Recenti studi hanno riportato, inoltre, un’aumentata frequenza di lesioni della sostanza bianca profonda cerebrale in pazienti affetti da emicrania rispetto ai soggetti che non presentano questo disturbo.
Sono state formulate varie ipotesi per spiegare il motivo dell’aumentato rischio di ictus ischemico nell’emicrania ed oggi si è convinti che esso non possa essere spiegato da un singolo fattore. Diverse patologie che possono causare stroke sono associate a un aumentato rischio di emicrania, soprattutto con aura: tra queste le malformazione arterovenose, l’angiomatosi leptomeningea (sindrome di Struge Weber), la teleangectasia ereditaria emorragica, la trombosi venosa cerebrale, l’aneurisma sacciforme.
Lo stroke ischemico e l’emicrania con aura sono le principali caratteristiche di tre diverse sindromi caratterizzate dall’alterazione cronica della parete vascolare delle piccole arterie: miopatia mitocondriale, encefalopatia, acidosi lattica e stroke (MELAS); arteriopatia autosomica dominante cerebrale con infarti sottocorticali e leucoencefalopatia (CADASIL); retinopatia vascolare autosomica dominante, emicrania, fenomeno di Raynaud.
Lo stroke ischemico e l’emicrania con aura si possono presentare inoltre in alcune malattie ematologiche e in caso di pervietà del forame ovale cardiaco. Recenti studi hanno dimostrato che la pervietà del forame ovale è più frequente nei soggetti affetti da emicrania con aura rispetto alla popolazione generale, suggerendo che tale comunicazione interatriale possa giocare un ruolo importante nella patogenesi di questo tipo di emicrania. La pervietà del forame ovale è una condizione in cui esiste comunicazione tra l’atrio destro e l’atrio sinistro del cuore, dovuta all’incompleta saldatura del septum primum con il septum secundum del cuore dopo la nascita. Si tratta di una situazione estremamente comune; questo residuo della circolazione fetale sembrerebbe permanere approssimativamente nel 20-30% della popolazione adulta totale. Negli ultimi anni, diverse ricerche hanno rivelato agli esami di imaging neurologica condotti mediante risonanza magnetica segni suggestivi di aumentato rischio cardioembolico nei pazienti affetti da emicrania con aura. Le cause di questa malformazione sono sconosciute e non è ancora noto se si trasmetta o no a livello familiare. La pervietà del forame ovale consentirebbe il passaggio del sangue dall’atrio destro direttamente nell’atrio sinistro nelle situazioni in cui la pressione atriale destra oltrepassa quella vigente in atrio sinistro, per esempio durante gli sforzi o il ponzamento (manovra di Valsalva). La pervietà del forame ovale può favorire fenomeni embolici paradossi qualora si realizzi questo passaggio diretto (shunt destro-sinistro).
Per valutare la presenza di tale comunicazione interatriale, oltre alla tecnica d’elezione, l’ecocardiogramma transesofageo, negli ultimi anni è invalso l’uso di una nuova metodica, l’ecocolordoppler transcranico con manovra dinamica.
Cerca in Medicina A-Z