Malattie infettive inGravidanza -Streptococco gruppo B
Un terzo delle donne gravide è colonizzata dal batterio streptococco Agalactiae a livello rettale e vaginale senza accusare alcun disturbo.
Nella maggior parte dei casi, questa infezione viene acquisita dal neonato poco prima del parto: in caso di rottura prematura delle membrane amniotiche oppure durante il passaggio attraverso il canale del parto, il nascituro viene a contatto con secrezioni infette, che sono il veicolo del batterio.
L’infezione a esordio precoce si può manifestare in molteplici forme: nella maggior parte dei casi compare una polmonite o una meningite, altre volte invece una sepsi perinatale severa senza una localizzazione precisa dell’infezione.
L’esordio può verificarsi alla nascita, soprattutto nei nati prematuri, con comparsa dei primi sintomi entro le prime 20 ore di vita, mentre l’infezione a esordio tardivo si manifesta nella maggior parte dei casi come meningite. In genere i sintomi possono comparire a partire dal settimo giorno e fino al terzo mese di vita. Va ricordato, infine, che l’infezione da streptococco B in gravidanza può determinare morte endouterina del feto e, più raramente, aborto.
La diagnosi della colonizzazione nella donna avviene tramite tampone vaginale e ricerca di anticorpi nel sangue, all’inizio della gravidanza e fino all’espletamento del parto.
Il neonato o lattante con supposta infezione sistemica batterica da streptococco, prima ancora della conferma diagnostica, deve iniziare la terapia antibiotica, che è costituita da penicillina o ampicillina associata ad aminoglicosidi. Questa terapia profilattica costituisce al momento il metodo maggiormente utilizzato per prevenire la trasmissione materno-fetale dell’infezione. Se la donna risulta positiva, è possibile somministrare antibiotici endovena durante il parto.
L’allattamento al seno non è sconsigliato nelle donne colonizzate da Agalactiae. [S.S.]
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