Osteopatia
Osteopatia
L’osteopatia è un metodo terapeutico di tipo manuale basato sugli studi, le intuizioni e le esperienze cliniche di Andrew Taylor Still (1828-1917), il suo fondatore. Alla base della sua filosofia c’è la convinzione che il corpo agisca come un insieme e come tale vada considerato, e che questo abbia in sé la capacità di autoregolarsi e guarire se vengono rimossi gli ostacoli meccanici a una buona funzione (soprattutto articolare, nervosa e circolatoria).
Il “vecchio dottore”, com’era affettuosamente chiamato dai suoi studenti, era molto attento al concetto di mobilità, fino al punto di affermare che “il movimento è vita”, volendo con ciò intendere che una corretta mobilità delle strutture ossee garantisce un buon funzionamento del sistema di mantenimento della salute. Per questo motivo buona parte delle manipolazioni osteopatiche è volta a migliorare la mobilità di uno o più distretti del corpo, non solo delle strutture ossee, ma anche delle fasce connettivali e dei visceri. Gli eccellenti risultati ottenuti con questo nuovo approccio convinsero Still della bontà delle sue idee: per sottolineare l’importanza del sistema scheletrico per il mantenimento della salute, egli chiamò osteopatia questa terapia naturale basata sulle manipolazioni.
Come spesso accade a chi propone idee nuove, Still è stato molto criticato per le sue teorie; il primo riconoscimento ufficiale come D.O. (Doctor of Osteopathy) gli arrivò dallo Stato del Vermont, nel 1896; in seguito altri Stati diedero riconoscimento formale alla nuova disciplina.
Dal momento della sua nascita l’osteopatia è stata in continua evoluzione, sia per l’ampliamento delle conoscenze neurofisiologiche, sia per le sperimentazioni di alcuni osteopati sulle varie possibilità di correggere le disfunzioni osteopatiche: in questo modo è diventata una disciplina complessa, che non si limita alla valutazione e al trattamento dell’apparato muscoloscheletrico, ma si occupa di tutti i tessuti dell’organismo. Se nei primi tempi questa disciplina si presentava come terapia alternativa alla medicina allopatica, oggi l’approccio è molto diversificato: molti osteopati la utilizzano quasi esclusivamente per problematiche muscoloscheletriche, altri se ne servono anche per affrontare disturbi funzionali legati o meno alla presenza di patologie.
La storia
La storia dell’osteopatia è strettamente collegata alla vita di Still, almeno nelle sue fasi iniziali. Still nasce il 6 agosto 1828, in Virginia. Il padre, medico e predicatore metodista, ha su di lui una forte influenza, tanto da spingerlo a studiare medicina. Convinto abolizionista della schiavitù, partecipa come medico alla guerra civile; nel corso della sua vita si interessa anche all’ipnosi e all’ingegneria. La sua fiducia nelle capacità della medicina dell’epoca riceve un duro colpo quando vede morire, impotente, la moglie e tre figli per un’epidemia di meningite: è il 1864, e da questo momento Still inizia a studiare con maggiore attenzione il corpo umano, soprattutto l’anatomia.
La passione per la meccanica e la convinzione che l’essere umano sia naturalmente dotato di tutte le sostanze necessarie alla sua guarigione lo portano a pensare che il modo migliore di curare i pazienti sia permettere al corpo di funzionare al meglio, agendo per garantire un’ottimale circolazione sanguigna e linfatica e per liberare i nervi da qualunque disturbo di tipo meccanico. Seguendo questo approccio, Still inizia così a trattare dei pazienti, ottenendo buoni risultati. Solo nel 1874 decide di dare un nome a questa terapia (nell’autobiografia scrive che ha “issato la bandiera dell’osteopatia”): espone le sue idee in un’università di medicina che lui stesso e suo padre avevano sostenuto, ma la reazione dell’establishment medico è negativa; comincia allora a lavorare come medico errante in varie città.
Nel 1892 decide di fondare l’American School of Osteopathy (ASO) nella città in cui vive, Kirksville, nel Missouri. La prima classe è costituita da cinque donne e sedici uomini e il corso dura pochi mesi. Negli anni successivi le iscrizioni aumenteranno notevolmente, così come la durata dei corsi, che arriverà in breve tempo a due anni.
Nel 1897 gli allievi di Still fondano l’American Association for the Advancement of Osteopathy (AAAO), ora nota come American Osteopathy Association (AOA); in quello stesso anno Still scrive la sua autobiografia. Visti i progressi degli allievi, lascia progressivamente l’insegnamento e scrive altri tre libri, La filosofia dell’osteopatia, Osteopatia: ricerca e pratica e Filosofia e principi meccanici dell’osteopatia; muore il 12 dicembre 1917, all’età di 89 anni.
Nel 1952 l’American Osteopathy Association viene riconosciuta dal Dipartimento della Salute degli Stati Uniti come l’associazione accreditata per la formazione medica osteopatica. Attualmente la formazione osteopatica in America è equivalente a quella medica, con l’unica differenza che gli studenti imparano anche i principi e le tecniche osteopatiche. Il titolo di studioche si ottiene è la laurea in Osteopatia, D.O. (Doctor of Osteopathy).
L’osteopatia in Europa
La prima nazione europea ad accogliere l’osteopatia, agli inizi del Novecento, è la Gran Bretagna: qui i primi osteopati creano, nel 1911, la British Osteopathic Association. Nel 1917 John Martin Littlejohn, ex insegnante dell’ASO, fonda la British School of Osteopathy, che, dopo decenni di tentativi, ottiene finalmente il riconoscimento nel 1993.
Anche in Francia l’osteopatia arriva presto, ma comincia a diffondersi solo negli anni sessanta del secolo scorso, soprattutto grazie ai fisioterapisti; recentemente è stata riconosciuta anche a livello ufficiale. Soprattutto in Francia sono state poste le basi per la diffusione dell’osteopatia in altri Paesi europei, fra i quali, negli anni ottanta, l’Italia: qui i primi diplomati hanno costituito nel 1989 il Registro degli Osteopati Italiani (ROI).