Osteopatia
Osteopatia
Principi e filosofia
Possiamo riconoscere tre principi basilari a fondamento dell’osteopatia:
- il corpo è un’unità: la persona è l’insieme di corpo, mente e spirito;
- il corpo è capace di autoregolarsi e ha in sé la capacità di autoguarigione;
- struttura e funzione sono interrelati.
Il trattamento osteopatico deve essere una razionale applicazione di questi principi.
Il primo punto stabilisce un concetto semplice, ma spesso messo in discussione dalla medicina allopatica. Sappiamo che i vari sistemi comunicano fra loro e si influenzano reciprocamente, sia attraverso i sistemi neurologico, endocrino e vascolare, sia attraverso il tessuto connettivo (che, per l’appunto, connette, collega). Tutte le strutture, non solo quelle dello scheletro, sono avvolte da tessuto connettivo; ciò fa sì che ci sia una continuità fra strutture distinte e apparentemente indipendenti fra loro. L’utilità pratica di questo principio sta nel fatto che, se vediamo il corpo come un’unica entità, riusciamo a capire meglio i meccanismi di adattamento che questo mette in atto quando ha un problema.
Per fare un esempio, in seguito a un incidente con colpo di frusta una persona può lamentare un dolore al collo, quindi, dopo qualche mese, accusare un dolore in regione lombare che nessuno mette in relazione all’incidente, ma che è invece legato a un meccanismo di adattamento che il corpo ha attuato dopo il trauma e che opera soprattutto attraverso i nervi e le fasce connettivali, per cui la zona più “debole” diventa quella lombare; ovviamente, poiché ogni individuo reagisce in modo diverso, l’adattamento può crearsi in molte altre parti del corpo.
Il secondo principio dell’osteopatia riguarda la capacità del corpo di mantenere un proprio equilibrio interno (omeostasi).
Mentre al tempo di Still le conoscenze di fisiologia erano alquanto modeste, oggi sappiamo che, attraverso il sistema endocrino e quello nervoso, sono continuamente all’opera nel nostro corpo meccanismi di autoregolazione che servono a mantenerci in buona salute. Secondo Still, “all’interno del corpo c’è la capacità di mantenere il proprio equilibrio psicofisico.
Se questa capacità viene riconosciuta e normalizzata, la malattia può essere sia prevenuta che curata”. Il vero scopo del trattamento osteopatico è dunque quello di dare al corpo la possibilità di trovare il migliore stato di adattamento possibile: “Trovare la salute deve essere il fine del dottore. Chiunque può trovare la malattia” Il terzo principio spiega come l’osteopata può essere utile ai propri pazienti. Se c’è una relazione fra un problema relativo alla struttura e la funzione che questa esplica, ma anche con altre parti del corpo collegate funzionalmente, un intervento manuale che vada a correggere il problema della struttura avrà sicuramente un effetto positivo sulla funzione e gli eventuali disturbi correlati.
Per tornare all’esempio dell’incidente, l’osteopata non si limiterà a trattare la regione lombare, ma valuterà le strutture che possono aver risentito negativamente del trauma subito, per esempio la regione cranio-cervicale, ma anche la regione toracica oppure la regione sacro-coccigea.