Assistere un familiare
Somministrare la terapia
Alcune considerazioni sulla terapia endovenosa
Molte volte si incontrano difficoltà nella gestione delle infusioni in ambito domiciliare: esistono infatti molte paure e idee strane sulla terapia infusionale.
Tra le più frequenti ansie che i pazienti e i familiari manifestano è la paura che l’aria entri nelle vene. Spesso si è colti dalla fobia delle piccole bolle d’aria che si possono formare all’interno dei sistemi d’infusione (deflussori), ma queste innocue particelle d’aria non comportano alcun pericolo per il malato. Anche se nei film gialli si vede l’assassino che uccide il malato iniettando aria nelle vene, è bene sapere che per provocare questo tipo di morte sarebbero necessari in realtà grandi quantitativi d’aria.
Altra fonte di forte preoccupazione è il momento in cui la flebo si esaurisce e l’aria comincia a entrare nel deflussore, ma anche in questo caso la soluzione arriva fino a un certo punto e poi si ferma: è sufficiente chiudere il morsetto del deflussore. Se la persona utilizza un accesso venoso centrale, è bene non far finire il liquido d’infusione prima dell’arrivo dell’infermiere, poiché il rischio che la cannula possa occludersi è reale!
I sistemi venosi periferici possono essere utilizzati in modo continuo o a intermittenza; in quest’ultimo caso si è soliti effettuare il lavaggio con soluzione fisiologica al termine dell’infusione. Alcuni protocolli utilizzano la soluzione fisiologica pura, altri consigliano l’uso di soluzione fisiologica e di eparina, sostanza anticoagulante in grado di prevenire l’aggregazione delle piastrine e di occludere il sistema.
Anche i sistemi venosi centrali devono essere trattati per prevenire l’occlusione, in alcuni casi è sufficiente il lavaggio con soluzione fisiologica, in altri è d’obbligo l’impiego di soluzione fisiologica e di eparina.
Come parenti o operatori, raramente si dovrà lavare un catetere venoso centrale, mentre è possibile che gli infermieri vi preparino una siringa per il lavaggio dei sistemi periferici.
Tale pratica non richiede abilità specifiche: è sufficiente lavare le mani, inserire l’ago nel raccordo multiperforabile ed esercitare una pressione adeguata per iniettare il contenuto. Si rammenta che in questo caso bisogna ritirare l’ago dal raccordo mantenendo una pressione positiva, cioè continuando a iniettare: così facendo, si previene il reflusso di sangue nel sistema. Alcune cannule venose centrali sono mantenute stabili mediante punti di sutura; in alcuni casi, è possibile che provochino infezione o producano un fenomeno “va e vieni” della cannula, ovvero il dispositivo comincia a uscire e poi a rientrare dal foro d’ingresso. Se si nota l’insorgenza di problemi correlati ai punti di sutura, è necessario farlo presente all’infermiere o al medico.
Altro inAssistere un familiare