FIBROSI CISTICA (MUCOVISCIDOSI)

La fibrosi cistica, nota anche come mucoviscidosi, è una malattia genetica (cioè ereditata fin dalla nascita) che colpisce in maniera anche grave vari organi, ma soprattutto i polmoni. Questa patologia, descritta per la prima volta nel 1938, colpisce un bambino su 2500-3000 nuovi nati e rappresenta la più frequente malattia genetica potenzialmente mortale nei soggetti […]



La fibrosi cistica, nota anche come mucoviscidosi, è una malattia genetica (cioè ereditata fin dalla nascita) che colpisce in maniera anche grave vari organi, ma soprattutto i polmoni.

Questa patologia, descritta per la prima volta nel 1938, colpisce un bambino su 2500-3000 nuovi nati e rappresenta la più frequente malattia genetica potenzialmente mortale nei soggetti di pelle bianca. La fibrosi cistica è dovuta a mutazioni di un gene denominato CFTR (scoperto solo nel 1989), essenziale per la formazione di una proteina, presente sulla membrana esterna delle cellule delle ghiandole esocrine, che a sua volta è indispensabile per regolare l’ingresso e l’uscita da queste cellule di alcuni ioni, tra i quali in particolare il cloro. Si ricorda qui che le ghiandole esocrine sono quelle che versano il liquido da esse prodotto o all’esterno del corpo (come le ghiandole sudoripare e lacrimali) o in cavità comunicanti con l’esterno (per esempio le ghiandole salivari, la parte esocrina del pancreas). Queste ghiandole, in sostanza, hanno un funzionamento opposto rispetto a quello delle ghiandole endocrine che invece riversano le loro secrezioni direttamente all’interno del corpo o nei vasi sanguigni. Quando un individuo, a causa della mutazione di entrambi i suoi geni CFTR, non riesce a produrre una proteina “normale”, si ha la produzione da parte delle ghiandole esocrine di secrezioni molto dense e appiccicose. Ciò determina danni progressivi a carico degli organi colpiti, che portano ad un loro malfunzionamento anche molto grave.

In passato la fibrosi cistica aveva esito fatale, nella maggior parte dei casi, entro l’età infantile. Oggi invece, grazie ai progressi compiuti nella diagnosi precoce e nella terapia, l’età media raggiunta dai soggetti che ne sono affetti nei Paesi occidentali si avvicina ai 40 anni.


Segni e sintomi

La fibrosi cistica colpisce i polmoni, il pancreas, l’intestino, il fegato, le ghiandole sudoripare e l’apparato genitale. Le manifestazioni possono variare notevolmente da un individuo all’altro a seconda di quali mutazioni del gene CFTR sono presenti (per esempio la mutazione più diffusa, denominata F508, fa sì che la proteina formata a partire dal gene CFTR non venga prodotta quasi per niente). Anche l’età di insorgenza dei disturbi è variabile e, nelle forme meno gravi, la diagnosi può essere alla fine posta anche in età adulta. Nei neonati e nei bambini i segni e i sintomi più frequenti sono i disturbi respiratori, l’ileo da meconio e le alterazioni della crescita. I disturbi respiratori rappresentano in molti casi l’aspetto clinico più rilevante. La produzione di un muco denso, secco e appiccicoso, che viene espettorato con molta difficoltà, favorisce lo sviluppo di bronchiti e broncopolmoniti ricorrenti.

La presenza di queste infezioni e infiammazioni persistenti determina alla fine un danno cicatriziale nei polmoni, che non può più regredire e può portare alle manifestazioni più severe delle malattie respiratorie, come la cianosi o l’acidosi respiratoria.

A livello dell’intestino la presenza di secrezioni più dense e secche può causare già nei primi giorni di vita un’occlusione che viene denominata ileo da meconio. Negli anni successivi la presenza di feci voluminose e che procedono con difficoltà nell’intestino può provocare la comparsa di un prolasso rettale. A causa della ridotta funzionalità del pancreas esocrino (che produce i succhi necessari per la digestione e l’assorbimento di alcuni alimenti, in particolare i grassi), i bambini affetti da fibrosi cistica presentano spesso difetti nella crescita, hanno tipicamente la pancia gonfia e gli arti sottili e sono molto sensibili ai traumi (per la difficoltà ad assorbire vitamine solubili nei grassi come la A, la E, la D e la K). Nel corso della vita i pazienti con fibrosi cistica presentano altre manifestazioni della malattia, come gravi complicanze polmonari (per esempio lo pneumotorace e l’emotorace) dovute a un’eccessiva distensione degli alveoli polmonari, la malattia da reflusso gastroesofageo (causata dagli sforzi per respirare e tossire), l’osteoporosi, un’insufficiente funzionalità del pancreas con pancreatiti e diabete, ostruzioni intestinali, specifiche malattie del fegato, sterilità (negli uomini per la difficoltà al passaggio dello sperma nei tubi deferenti, nelle donne perché le dense secrezioni vaginali impediscono l’ingresso dello sperma nell’utero per la fecondazione). Le manifestazioni respiratorie costituiscono il problema principale per i pazienti con fibrosi cistica e ne rappresentano la causa di morte nel 95% dei casi.


Diagnosi

Attualmente non si dispone ancora di un esame di screening per la fibrosi cistica da usare su vasta scala per individuare i neonati affetti subito dopo la nascita. Negli Stati Uniti è stato proposto un test, da effettuare in tutti i neonati, che consiste nel dosaggio sul sangue di un enzima prodotto dal pancreas (detto tripsinogeno), sottoponendo poi ad accertamenti più approfonditi i neonati che ne presentino livelli aumentati.

Per la diagnosi di fibrosi cistica si ricorre al test del sudore, nel corso del quale si stimola la produzione di sudore, che viene poi analizzato per determinare la concentrazione di elettroliti: una concentrazione di cloro nel sudore particolarmente alta è indicativa di fibrosi cistica.


Terapia

La terapia classica per la fibrosi cistica prevede interventi specifici finalizzati a garantire una buona pulizia delle vie aeree dal muco, per prevenire lo sviluppo di infezioni.

Le metodiche per favorire l’eliminazione del muco comprendono la fisioterapia toracica (da effettuare almeno due volte al giorno), il drenaggio posturale, la percussione del torace e l’impiego di dispositivi particolari che facilitano l’espettorazione. In questi pazienti viene inoltre consigliata un’attività fisica regolare, che stimola l’espulsione del muco. Nelle diverse fasi della malattia potranno poi essere impiegati antibiotici (anche per aerosol), cortisone e broncodilatatori. Nei casi più gravi può essere preso i considerazione il trapianto di polmone, che tuttavia non risolve i sintomi dipendenti dagli altri organi, è gravato da possibili complicanze chirurgiche e richiede l’assunzione di immunosoppressori per tutta la vita.

A causa della difficoltà all’assorbimento delle sostanze nutritive e del dispendio energetico determinato dagli sforzi per la respirazione, nei pazienti con fibrosi cistica è necessaria una dieta ipercalorica ben bilanciata con la supplementazione di vitamine (in particolare di tipo A, D, E, e K). È utile inoltre l’assunzione di enzimi pancreatici ed eventualmente di lassativi come il lattulosio, utili per prevenire la stipsi e le ostruzioni intestinali. Nei casi più gravi è necessaria la somministrazione di sostanze nutritive supplementari tramite un tubicino posizionato nell’intestino attraverso il naso oppure per via endovenosa.

Considerato infine l’elevato impatto della malattia e il notevole impegno richiesto nella sua gestione, per tutti i pazienti e per le loro famiglie viene consigliato un supporto psicosociale.

[E.G.]