Vitamine nella dieta -Vitamina D
La vitamina D esiste in due forme: colecalciferolo, o vitamina D3 e ergocalciferolo, o vitamina D2: la prima forma è quella principalmente presente nell’uomo e si forma nella cute per effetto della luce solare, mentre la seconda si ritrova nei vegetali ed è la forma che più frequentemente si ritrova negli alimenti; entrambe per essere attive devono subire l’attivazione da parte di rene e fegato, che le trasformano in 1,25-idrossi-vitamina D. In questa forma, la vitamina favorisce l’assorbimento intestinale del calcio, l’eliminazione renale del fosforo e la liberazione del calcio dall’osso.
La carenza di vitamina D provoca l’osteomalacia, malattia nella quale è ridotta la componente minerale dell’osso: tale condizione espone al rischio di fratture anche in seguito a traumi minimi. Allo stato carenziale possono essere associati sintomi psichici, come la depressione, e neurologici, come una neuromiopatia.
Carenze di vitamina D possono dipendere da ridotta assunzione alimentare, ridotta esposizione alla luce solare, insufficiente assorbimento (come in alcune malattie intestinali), insufficienza renale ed epatica. Le migliori fonti alimentari sono il latte e i suoi derivati. La quantità giornaliera raccomandata dai LARN (livelli di assunzione giornaliera raccomandati) è in funzione dell’esposizione solare. In gravidanza e allattamento, la quantità consigliata è di 10 mg al giorno.
Cerca in Medicina A-Z