SPECT
Acronimo dell’inglese Single Photon Emission Computed Tomography, tomografia computerizzata a emissione di fotoni singoli. Tecnica di imaging medico basata sulla rilevazione, mediante una camera speciale, delle radiazioni g emesse da una sostanza radioattiva introdotta nell’organismo. Questa procedura permette di ottenere immagini in sezione (tomografia) dei vari organi.
Indicazioni
Le due principali applicazioni della SPECT sono l’esplorazione del cuore e del cervello.
SPECT delle cavità cardiachePermette di visualizzare in particolare il ventricolo destro. In sincrono con un elettrocardiogramma, rileva le anomalie della contrazione cardiaca (soprattutto alla base del cuore), le quali sarebbero invece di difficile individuazione con la scintigrafia classica. Tuttavia, la complessità e la quantità di informazioni da elaborare limitano ancora l’impiego di questo esame.
SPECT del miocardioTrova impiego per rilevare e localizzare le anomalie dell’irrorazione del muscolo cardiaco da parte delle arterie coronarie, valutandone l’importanza. Abitualmente abbinata a una prova da sforzo o alla somministrazione di un vasodilatatore, la SPECT ha in gran parte soppiantato in questo campo la scintigrafia classica.
SPECT cerebraleConsente lo studio funzionale, e non più solo anatomico, del cervello, grazie alla messa a punto di traccianti specifici. Consente di scoprire anomalie molto localizzate del metabolismo cerebrale nel corso di patologie come le demenze, l’epilessia o gli ictus.
SPECT di altri organiÈ praticabile in particolare su polmoni e ossa. Quella dei polmoni consente una migliore localizzazione delle anomalie della perfusione sanguigna nel tessuto polmonare (ricerca di un’embolia). Quella ossea, rispetto alle altre tecniche di imaging medico, permette di localizzare con maggior precisione e a uno stadio più precoce le anomalie metaboliche del tessuto osseo (in particolare individuandone le metastasi).
Controindicazioni
Come nelle altre forme di scintigrafia, occorre prendere precauzioni particolari in caso di gravidanza o allattamento.
Tecnica
La SPECT consiste nella rappresentazione tridimensionale di una parte del corpo, a partire da sezioni dette tomografiche, a loro volta ottenute combinando molte immagini prese da angolazioni diverse. Queste ultime sono immagini scintigrafiche, ottenute registrando le radiazioni g emesse da una sostanza radioattiva (marcatore o tracciante radioattivo) introdotta nell’organismo.
Svolgimento
Il dispositivo di impiego più comune è il tomografo, costituito da una gamma-camera (camera speciale sensibile alle radiazioni g) fissata a un supporto che ruota intorno al corpo del paziente e registra così immagini da più angolazioni. L’elaboratore collegato alla gamma-camera calcola la radioattività contenuta in ogni volume elementare (voxel) dell’organismo esaminato.
Il tracciante radioattivo può essere iniettato endovena, ingerito o inalato. L’esame si esegue con il paziente disteso: il rilevatore della gamma camera, posizionato di fronte all’organo da studiare, perpendicolarmente all’asse principale del corpo, comincia a ruotare lentamente intorno a tale asse con movimento continuo o “passo passo”. A seconda dei casi, la rotazione può essere completa o consistere soltanto in un semicerchio. La sua durata varia dai 10 ai 20 minuti, a seconda della quantità di radioattività concentrata nella regione esaminata. Dopo una fase di registrazione (detta di acquisizione), le informazioni immesse nella memoria del computer vengono elaborate per fornire immagini in sezione.
Vantaggi e inconvenienti
Rispetto alle immagini prodotte dalla scintigrafia classica, che forniscono una rappresentazione bidimensionale dell’organo oggetto di studio, le immagini in sezione della SPECT permettono di individuare con maggiore precisione le anomalie di distribuzione del tracciante. Inoltre, possono essere ricostruite sotto angolazioni differenti o combinate con altre ottenute con la TC, per rendere più agevole la scoperta di anomalie. Il principale inconveniente di questa tecnica consiste nel fatto che lo studio di un dato fenomeno è difficile quando evolve lentamente, e impossibile quando evolve con grande rapidità. Per il cuore, tuttavia, si può aggirare il problema sincronizzando il momento della realizzazione delle immagini con le contrazioni cardiache per mezzo di un’elettrocardiografia.
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