Scafoide carpale
Osso che costituisce la parte superiore esterna del carpo e si articola con l’avambraccio. Appartenente all’ossatura del pollice, presenta sulla faccia esterna una piccola protuberanza, il tubercolo dello scafoide.
Traumatologia
La frattura dello scafoide carpale in genere fa seguito a una caduta sul palmo della mano. Provoca dolore nel bordo esterno del polso e alla base del pollice, quando questo viene compresso. Tramite la radiografia si apprezza il tragitto della frattura, che, se non si è verificato spostamento osseo, può rendersi evidente anche a distanza di alcune settimane. Il trattamento si basa sull’ingessatura molto stretta di pollice, polso e gomito per un periodo variabile dalle 6 alle 12 settimane (con gesso tradizionale o in resina). L’immobilizzazione dello scafoide carpale è resa necessaria dalla scarsa vascolarizzazione di quest’osso, che ne rende più difficile il consolidamento. In caso di spostamento osseo, occorre applicare chirurgicamente chiodi o viti. Le sedute di chinesiterapia permettono di recuperare una buona mobilità del polso. Tuttavia, nel 10% dei casi lo scafoide è sede di una pseudoartrosi (formazione di una nuova articolazione, anormale, per l’assenza completa di consolidamento osseo), che richiede l’inserimento di chiodi o viti, o anche un trapianto osseo.
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