Pseudoartrosi
Assenza completa del consolidamento di una frattura 1-2 mesi dopo il periodo abituale. Nella pseudoartrosi il callo osseo non si forma (pseudoartrosi atrofica) o non si forma correttamente (pseudoartrosi ipertrofica), creando una pseudoarticolazione tra i due frammenti ossei fratturati, che possono essere più o meno mobili l’uno rispetto all’altro. La diagnosi è clinica (l’arto duole quando è sotto carico) e, soprattutto, radiografica.
Tipi di pseudoartrosi
La pseudoartrosi settica, o infetta, è complicata da un’osteite (infezione ossea). Spesso è conseguenza della penetrazione di microbi in una frattura aperta. Il trattamento si basa sulla prescrizione di antibiotici, sulla pulizia chirurgica del focolaio infettivo e sull’utilizzo di un fissatore esterno; in un secondo tempo si può fare ricorso a innesti ossei. La pseudoartrosi asettica, o non infetta, insorge invece, generalmente, dopo un intervento chirurgico o una frattura nei quali l’area colpita è rimasta esposta a lungo e il periostio (membrana che assicura il nutrimento dell’osso) si è distaccato dall’osso, causando una brusca diminuzione dell’irrorazione sanguigna. In tal caso il callo osseo non si forma (pseudoartrosi atrofica) o non si forma correttamente (pseudoartrosi ipertrofica). Il trattamento, essenzialmente chirurgico, consiste nella stabilizzazione del focolaio infettivo della pseudoartrosi mediante un dispositivo meccanico (chiodo, placca, fissatore esterno); è spesso associato a innesti ossei.
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