PsicoFARMACI -Effetti avversi e interazioni
A differenza di altri farmaci che devono essere assunti diverse volte al giorno, alcuni antipsicotici possono essere assunti solo una volta e, per ridurne alcuni effetti collaterali come la sonnolenza, la somministrazione può avvenire al momento di andare a letto; altri ancora sono disponibili in particolari formulazioni (dette depot) da iniettare una o due volte al mese. La maggior parte degli effetti collaterali è di grado lieve e molti si attenuano o scompaiono dopo le prime settimane di trattamento: sonnolenza, batticuore e capogiro quando si cambia posizione. Alcuni pazienti lamentano un aumento di peso durante l’assunzione e devono porre particolare attenzione alla dieta e all’esercizio per controllarlo. Altri effetti collaterali possono comprendere una riduzione della performance o del desiderio sessuale, problemi durante il ciclo mestruale, eritema solare o arrossamenti cutanei. Qualora insorga un effetto collaterale, il medico deve essere informato in modo che possa valutare se occorre modificare la terapia. Il medico non può sapere in anticipo quale sarà il farmaco più efficace per ogni soggetto, per cui è possibile che un paziente debba assumere farmaci diversi prima di riuscire a trovare quello più adatto al suo caso. Se una persona si sente meglio o addirittura bene, non deve assolutamente sospendere la terapia senza averne prima parlato con il medico, anche perché in alcuni pazienti la terapia antipsicotica può essere necessaria solo per un periodo limitato, mentre in altri gli antipsicotici servono per un lungo periodo di tempo o anche per tutta la vita, magari modificando opportunamente il dosaggio in modo da mantenerlo il più basso possibile (terapia di mantenimento). Il trattamento prolungato della schizofrenia con uno degli antipsicotici “convenzionali” può determinare lo sviluppo della cosiddetta discinesia tardiva, una condizione caratterizzata da movimenti involontari, più spesso intorno alla bocca, di intensità molto variabile da lieve a molto fastidiosa che per lo più si risolve parzialmente o del tutto. Una maggiore frequenza di questo problema è stata osservata nelle donne e il rischio aumenta con l’età. Sarà comunque sempre bene parlarne con il medico, il quale valuterà da caso a caso il bilancio tra i benefici ottenuti o previsti e i disturbi eventualmente comparsi con il farmaco.
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