AnestesiaPeridurale
Tecnica di anestesia locoregionale, detta anche anestesia epidurale,consistente nell’iniezione di una soluzione di anestetico nello spazio peridurale (tra le vertebre e la dura madre, la guaina meningea più esterna). Messa a punto all’inizio del Novecento, l’anestesia peridurale è oggi impiegata senza rischi in diversi interventi chirurgici. Può essere effettuata nelle regioni cervicale, dorsale, lombare o sacrale.
Indicazioni
Nella regione lombare, la peridurale è indicata in caso di operazioni ginecologiche, alle vie urinarie o agli arti inferiori, più raramente per le vie digestive (appendicite). Nei pazienti più deboli, è impiegata per attenuare il dolore postoperatorio nei giorni successivi all’intervento. È talvolta utilizzata durante il parto, per alleviare i dolori di un parto naturale e per eseguire un cesareo, in caso di un parto difficile (presentazione podalica, parto gemellare, antecedenti di taglio cesareo). L’esecuzione del cesareo in anestesia peridurale consente alla madre di assistere alla nascita del bambino e allevia i postumi dell’intervento. La peridurale cervicale o dorsale consente di praticare interventi otorinolaringologici, operazioni alla tiroide, alle carotidi e al seno.
Controindicazioni
Controindicazioni assolute sono i disturbi della coagulazione, l’assunzione di farmaci anticoagulanti, l’ipovolemia (diminuzione del volume sanguigno) e la presenza di emorragie. Controindicazioni relative sono febbre o stato infettivo al momento dell’anestesia, malformazioni della colonna vertebrale, alcune cardiopatie.
Tecnica
Il prodotto iniettato impregna le radici nervose e anestetizza i nervi che trasmettono il dolore. Il numero di nervi interessati dipende dalla quantità di liquido inoculato. Si utilizzano due tecniche: iniezione di una dose unica di un anestetico a lunga durata o introduzione di un catetere nello spazio peridurale, che consente di infondere in modo continuativo l’anestetico senza ricorrere a punture successive. La peridurale è indicata per interventi della durata massima di 2-3 ore; trascorso questo periodo il paziente fatica a sopportare l’immobilizzazione e necessita di un sedativo. Tuttavia, se il dosaggio di anestetico è basso (parto naturale o analgesia postoperatoria), la peridurale può durare per più ore, sino a 1-2 giorni.
Procedura
La posizione del paziente dipende dal suo stato e dalle abitudini dell’anestesista: al momento dell’iniezione è seduto o disteso su un fianco con le ginocchia piegate sotto il mento. Per le donne in travaglio, l’iniezione si pratica solitamente quando il collo dell’utero ha raggiunto una dilatazione di 3-5 cm. È necessario disinfettare rigorosamente il punto di iniezione ed eseguire un’anestesia locale per rendere insensibile la pelle. La puntura si effettua dopo aver predisposto una perfusione endovenosa, monitorando la pressione arteriosa e il ritmo cardiaco. L’ago utilizzato, detto ago diTuohy, è applicato a una siringa contenente siero fisiologico. La progressione dell’ago è accompagnata da una resistenza alla pressione sul pistone della siringa, che scompare improvvisamente al momento della penetrazione nello spazio peridurale.
Effetti secondari
La peridurale può determinare un calo della pressione arteriosa e tremore durante l’intervento, oltre a una ritenzione urinaria transitoria nel periodo postoperatorio, che richiede l’introduzione di una sonda vescicale. Per far fronte a un’eventuale cefalea, rara, il paziente può stare a riposo e assumere analgesici. La formazione di un ematoma peridurale, eccezionale se si rispettano le controindicazioni, può comportare la paralisi degli arti inferiori e richiede un trattamento chirurgico d’urgenza.
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