Nevo
Macchiolina cutanea, dovuta a un difetto di sviluppo di una struttura anatomica insorto durante la vita embrionaria. Può comparire tardivamente. Nella pratica corrente viene assimilato a un tumore benigno, anche se questa non è di fatto la sua natura. Detto anche neo.
Nevo melanocitico Macchiolina cutanea che si sviluppa a partire dai melanociti, le cellule che elaborano il pigmento cutaneo, la melanina. Di grandezza variabile (da pochi millimetri ad alcuni centimetri di diametro), di colore compreso tra il caffelatte e il bruno nerastro, può essere piano o in rilievo, liscio o rugoso, eventualmente coperto di peli. I nevi melanocitici provengono da una migrazione, avvenuta durante la vita embrionaria, dei melanociti, che lasciano il sistema nervoso per raggiungere la giunzione tra epidermide e derma. Per questa ragione, sino alla pubertà la maggior parte dei nevi di questo tipo viene detta giunzionale. Nell’adulto, la proliferazione cellulare interessa esclusivamente il derma, segno del carattere non evolutivo del nevo.
Certi nevi, come il nevo blu, il nevo di Ota e quello di Ito, hanno un colore blu verdastro scuro, che corrisponde a una localizzazione profonda nel derma. La comparsa di un’area depigmentata tutto intorno (nevo di Sutton) è un segno consueto di benignità corrispondente a una reazione immunologica del paziente. Solo i nevi che minacciano di trasformarsi in melanomi maligni (nevo congenito di diametro superiore a 2 cm, di colore nerastro, molto sporgente, situato su una zona soggetta a sfregamento, come il palmo delle mani e la pianta dei piedi), quelli che aumentano di volume e causano prurito o quelli sanguinanti vanno asportati chirurgicamente (ablazione seguita da sutura, o elettrodissezione con bisturi elettrico) o con laser all’anidride carbonica; in seguito vanno sottoposti a un esame citologico che ne metta in luce la benignità o la malignità.
Nevo non melanocitico Si sviluppa a spese di elementi cellulari della pelle diversi dai melanociti. Ne esistono molteplici varietà: le principali sono il nevo acromico, il nevo di Becker e i nevi del tessuto connettivo, epidermico e sebaceo.
Nevo acromico Benigno, colpisce soprattutto le donne. Si presenta sotto forma di macchiolina di pelle depigmentata, dai contorni netti, spesso irregolari, talvolta disseminato da piccole dilatazioni dei vasi sanguigni nella zona periferica, che si localizza sul volto, sul petto e sugli arti. L’asportazione non è praticata.
Nevo di Becker È più frequente nei giovani di sesso maschile, tra i 10 e i 30 anni. Compare dopo l’esposizione al sole assumendo la forma di macchie piane, di color caffelatte, coperte di peli spesso abbondanti, ed è localizzato soprattutto su spalle e petto. Non è necessario alcun trattamento.
Nevo del tessuto connettivo Caratterizzato da anomalie del collagene o del tessuto elastico, dà luogo a lesioni di vario tipo: piccole papule giallastre localizzate sullo sterno (nevo elastico premammario); piccole papule bianche o rosate su cosce e addome (nevo elastico); placca giallastra, ricoperta da peli e comedoni, lungo la linea del naso. Il riscontro di una di queste varietà di nevo connettivo deve spingere a ricercare anomalie ossee con radiografie sistematiche. Il nevo in sé non richiede alcun trattamento particolare.
Nevo epidermico Può presentarsi in tre forme: placche cutanee ispessite, di colore grigiastro o brunastro (nevo verrucoso lineare); placche cutanee ispessite, rosse e intensamente pruriginose, frequenti nella donna (nevo epidermico verrucoso infiammatorio lineare); placche cutanee ispessite, brunastre, in leggero rilievo. A questi nevi possono associarsi anomalie ossee, oculari, renali o nervose. Il trattamento è difficile: sia che si opti per l’ablazione, chirurgica o con laser all’anidride carbonica, sia per la somministrazione di retinoidi, le recidive sono frequenti.
Nevo sebaceo Colpisce soprattutto i lattante e i bambini nei primi anni di vita. Forma sul cranio una placca priva di capelli, ben delimitata, di colore giallastro, la cui superficie è mammellonata e disseminata di piccoli orifizi dilatati, ripieni di cheratina, che si ispessiscono progressivamente nel corso della crescita. Nell’adulto possono insorgere complicanze sotto forma di noduli in rilievo, corrispondenti a tumori benigni o maligni (in particolare, epitelioma basocellulare), a cui possono associarsi malformazioni neurologiche, ossee e oculari. L’asportazione chirurgica di questo tipo di nevo è dunque auspicabile a partire dall’adolescenza.
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