Immunoglobulina
Proteina sierica secreta dalle plasmacellule, prodotte dai linfociti (globuli bianchi che intervengono nell’immunità cellulare) di tipo B per reazione all’introduzione nell’organismo di una sostanza estranea (antigene); è meglio conosciuta come anticorpo. Alla nascita, il neonato possiede alcune delle immunoglobuline della madre, le quali hanno attraversato la placenta durante la gravidanza e restano attive per qualche mese. Il latte materno ne apporta altre. In seguito, il neonato si crea la propria immunità attraverso il contatto con gli antigeni.
Tipi di immunoglobulina
Un’immunoglobulina è costituita da quattro catene di aminoacidi (o polipeptidi), due dette leggere e due pesanti. In ogni immunoglobulina, le catene pesanti e quelle leggere sono identiche tra loro. La struttura delle catene pesanti definisce cinque classi di immunoglobuline: le immunoglobuline di tipo G, o IgG (12 g/l di sangue), le IgA (2 g/l), le IgM (1 g/l), le IgD (0,2 g/l) e le IgE (meno di 250 ng/l).
Le IgA svolgono un ruolo importante nella lotta contro i batteri e i virus nelle mucose (per esempio vie respiratorie e digestive).
Le IgD intervengono nella maturazione dei linfociti.
Le IgE hanno un ruolo chiave nella difesa contro i parassiti e nel meccanismo dell’allergia. Infatti, vengono secrete contro gli allergeni e provocano nell’organismo la secrezione di istamina, sostanza responsabile della comparsa dei sintomi allergici (per esempio l’asma).
Le IgG sono prodotte in seguito a contatto prolungato con un antigene o quando esso risulta presente nell’organismo per la seconda volta.
Questo meccanismo, detto risposta anamnestica, è alla base dell’immunità acquisita e dei vaccini. Le IgM sono immunoglobuline secrete al primo contatto dell’organismo con un antigene.
Funzione
Un’immunoglobulina in grado di fissarsi in modo specifico sull’antigene che provoca la sua sintesi, e soltanto su di esso, prende il nome di anticorpo. Perciò un’immunoglobulina prodotta contro il virus della rosolia non potrà riconoscere quello della poliomielite. Le immunoglobuline neutralizzano gli antigeni e ne inducono la distruzione a opera del complemento (sistema enzimatico) o delle cellule fagocite (macrofagi, linfociti T, granulociti neutrofili, monociti) che a loro volta vengono a fissarsi sulle immunoglobuline.
La struttura che associa un antigene e uno o più anticorpi diretti contro di esso viene chiamata complesso immune o immunocomplesso.
Impiego terapeutico
Le immunoglobuline, di origine animale o umana, vengono utilizzate come farmaci nell’immunoterapia.
Sono indicate nella prevenzione e nel trattamento delle malattie infettive (pertosse, epatite A e B, parotite, rabbia, rosolia, tetano, varicella, herpes zoster; in questo caso, vengono estratte dal siero di un soggetto convalescente), per i deficit immunitari globali (immunoglobuline non specifiche, provenienti da un grande numero di donatori) e nella prevenzione dell’incompatibilità Rh.
Somministrate per via sottocutanea, intramuscolare o endovenosa lenta, le immunoglobuline offrono una protezione veloce ma di durata limitata. Contribuiscono inoltre al trattamento di alcune malattie autoimmuni.
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