Ictus e attacco ischemico transitorio -Terapia
La terapia specifica effettuata nelle prime ore si avvale della disponibilità di strutture e di personale dedicati alla cura dell’ictus (cosiddette stroke-unit) e, in caso di ictus ischemico, della possibilità di “sciogliere” il coagulo (trombolisi) nelle prime tre ore dall’esordio dei sintomi e di contrastare la formazione di eventuali trombi attraverso farmaci che prevengano l’aggregazione piastrinica.
Le stroke-unit sono reparti ospedalieri specializzati nei quali i pazienti vengono seguiti da un’equipe di infermieri, medici specialisti delle patologie cerebrovascolari e specialisti e tecnici della riabilitazione. La trombolisi è invece un trattamento che deve essere attuato da un’equipe specializzata entro tre ore dall’insorgenza della sintomatologia clinica, e prevede la somministrazione per via endovenosa di un farmaco, il r-tPA (recombinant-Tissue Plasminogen Activator). La comparsa di complicanze emorragiche aumenta progressivamente quando si superano le tre ore: per questa ragione la trombolisi va effettuata in centri specializzati, dotati dei requisiti organizzativi necessari a ridurre al minimo l’intervallo di tempo tra arrivo del paziente in ospedale e inizio del trattamento e tali da assicurare un accurato e costante controllo dello stato neurologico e delle funzioni vitali nelle successive 24 ore di trattamento; non tutti i pazienti possono essere sottoposti a questo tipo di trattamento e le selezione, da effettuare molto tempestivamente, ha lo scopo di ottimizzare il rapporto tra i possibili rischi e i benefici del trattamento (trombolisi), riducendo al minimo la mortalità.
Il trattamento di uno stroke ischemico, eseguibile in tutti i centri, è finalizzato a prevenire la formazione di trombi all’interno dei vasi sanguigni (terapia antiaggregante piastrinica o anticoagulante). Nelle fasi iniziali dell’ictus ischemico (fase acuta) l’aspirina (generalmente a un dosaggio di 300 mg) viene prescritta a tutti i pazienti eccetto quelli candidati al trattamento trombolitico, nei quali la somministrazione di acido acetilsalicilico (costituente dell’aspirina) con finalità riaggregante si può iniziare ventiquattro ore dopo; in alternativa, nei pazienti già in trattamento a domicilio con aspirina prima dell’ictus o in quelli che presentano controindicazioni all’utilizzo di questo farmaco, possono essere impiegati la ticlopidina o il clopidrogel. La terapia anticoagulante orale è indicata per i pazienti che presentano una fibrillazione atriale non legata a malattie delle valvole cardiache, oltre che per quelli affetti da una malattia cardiaca dalla quale possono generarsi emboli e per quelli che i cardiologi indicano come a elevato rischio di recidiva dei fenomeni embolici.
Nel caso di emorragia cerebrale le misure terapeutiche da mettere in pratica non sono molte: in alcuni casi è possibile ricorrere all’intervento neurochirugico, ma generalmente, in caso di emorragia spontanea insorta all’interno del cervello, un trattamento neurochirurgico precoce non apporta alcun beneficio aggiuntivo rispetto a un trattamento inizialmente conservativo. Nei primi giorni dall’esordio dei sintomi nel paziente, di solito, vengono sorvegliati i parametri vitali (temperatura, pressione arteriosa, ritmo e frequenza cardiaca, saturazione dell’ossigeno nel sangue) e tenute sotto costante controllo le condizioni neurologiche; l’edema cerebrale e l’eventuale presenza di fenomeni epilettici secondari vengono sottoposti agli opportuni trattamenti.
Un’ulteriore campo di azione terapeutico nei pazienti colpiti da ictus riguarda le complicazioni a carico dell’apparato urinario e polmonare, molto frequenti e che quindi bisogna cercare in ogni caso di prevenire. Particolare attenzione va posta allo stato nutrizionale del paziente, soprattutto se quest’ultimo presenta difficoltà di alimentazione per disturbi della deglutizione (disfagia). Occorre inoltre prevenire le trombosi venose profonde ed è assolutamente fondamentale che i pazienti vengano mobilizzati precocemente (già nelle prime ore dopo l’ictus).
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