Trombolisi
Metodo terapeutico che consiste nell’iniezione di una sostanza trombolitica (detta anche fibrinolitica), cioè che ha la capacità di sciogliere un trombo sanguigno.
Indicazioni
Le embolie polmonari importanti impongono che si tenti una trombolisi, se la vita del paziente è in pericolo; un infarto del miocardio incipiente rappresenta l’indicazione principale. Questo evento è dovuto quasi sempre all’ostruzione di un’arteria coronaria da parte di un coagulo formatosi a contatto con una stenosi ateromatosa. La trombolisi viene realizzata, in particolare, se non si può praticare immediatamente un’angioplastica. L’occlusione di un’arteria di un arto da parte di un coagulo, formatosi localmente o proveniente dall’atrio o dal ventricolo sinistri, può rendere necessaria una trombolisi.
Svolgimento
Il malato viene ricoverato d’urgenza. La sostanza distruttrice (alteplasi, streptochinasi o urochinasi) è iniettata per via endovenosa nel braccio. La durata della trombolisi varia in base all’indicazione: in caso di infarto, per esempio, la perfusione dura circa 1 ora, in caso di embolia polmonare 24-48 ore. Il periodo di ricovero può essere più o meno lungo a seconda della malattia in causa e delle eventuali complicanze.
Effetti indesiderati
Possono insorgere allergie ai trombolitici utilizzati, un collasso (stato di shock), complicanze emorragiche, disturbi del ritmo legati alla rimozione dell’ostruzione del vaso danneggiato.
Controindicazioni
La trombolisi è controindicata se nella settimana precedente il soggetto ha subito un intervento chirurgico, in caso di ictus recente, lesione a rischio di emorragia (come un’ulcera del tratto digerente), puntura arteriosa recente o se il paziente è troppo anziano.
Risultati
Sono migliori se la trombolisi può essere intrapresa tempestivamente, nelle prime ore successive alla formazione del coagulo. La coronarografia effettuata nelle ore successive alla trombolisi ha mostrato che quest’ultima rimuove l’ostruzione nel 50-70% dei casi. Globalmente, la trombolisi ha diminuito la mortalità per infarto del miocardio di oltre il 25%: questo dato ne giustifica l’impiego sistematico quando vi è motivo di temere un infarto del miocardio, quando l’angioplastica non è praticabile e in assenza di controindicazioni.
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