CONTRACCEZIONE -Metodi di barriera e intrauterini
Questi metodi vengono impiegati in quanto ostacolano il passaggio degli spermatozoi nella vagina e ne impediscono la risalita verso l’utero, evitando quindi la fecondazione dell’ovulo.
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Diaframma vaginale Negli ultimi anni è stato un metodo anticoncezionale molto utilizzato, soprattutto dalle donne che non possono assumere altri metodi né, per motivi di salute, utilizzare la classica pillola. Alla stregua di un preservativo femminile, il diaframma viene inserito in vagina, verso il fondo, in modo da impedire la risalita degli spermatozoi all’utero. La sua capacità di protezione verso le gravidanze può raggiungere l’80% (ossia 20 gravidanze ogni 100 donne l’anno) se viene associato a prodotti spermicidi applicati su entrambi i lati del diaframma e sull’anello stesso. Esistono in commercio diverse misure di diaframma, perché questo deve adattarsi perfettamente al diametro della vagina. Per utilizzare tale metodo, occorre una visita ginecologica per verificare il tipo e la dimensione più adatta.
Il diaframma è strutturato come una piccola “cupoletta” di gomma con un anello metallico flessibile, anch’esso rivestito di gomma, grande poco meno del palmo di una mano, che viene posizionato direttamente in vagina.
Dopo aver lavato le mani con sapone, si “pizzica” il diaframma tra l’indice e il pollice di una mano, si applica un’abbondante quantità di crema spermicida su ambo i lati della cupola e poi la si inserisce in vagina fino in fondo; se viene applicato correttamente, il diaframma si posiziona sul fondo della vagina e va a coprire interamente la cervice uterina.
È importante ricordare che il dispositivo non va rimosso prima di 6 ore dal rapporto sessuale e oltre le 24 ore; una volta sfilato, va lavato accuratamente con acqua corrente e sapone, poi cosparso di borotalco e riposto nella scatola. Se adeguatamente conservato, può durare anche 2 anni.
Dopo il parto, se ne sconsiglia l’utilizzo poiché l’utero e la vagina non sono ancora tornati alle dimensioni originarie, dunque il diaframma potrebbe non riuscire a coprire adeguatamente il fondo della vagina; infine, nel caso di acquisto o riduzione di peso superiore ai 10 kg, è opportuno rivolgersi al ginecologo per verificare l’adeguatezza delle dimensioni del diaframma.
È bene ricordare che questo metodo non protegge dalle malattie sessualmente trasmesse, pertanto, in caso di rapporti occasionali con partner sconosciuti, non è consigliabile.
Spugnette contraccettive Sono piccole spugne che vengono inserite in vagina, dopo essere state bagnate con acqua corrente. Si spingono fino in fondo alla vagina e agiscono come barriera al passaggio degli spermatozoi verso l’utero. Una volta inserite, rilasciano una sostanza spermicida che impedisce agli spermatozoi di risalire lungo il collo dell’utero e di fecondare l’ovulo.
Vanno applicate prima del rapporto sessuale, non vanno asportate prima di 6 ore e vanno rimosse entro le 24 ore dal rapporto; sono controindicate in donne che presentano retroversione uterina (condizione in cui l’utero è inclinato all’indietro, verso il retto) perché sono meno efficaci; sono sconsigliate a donne che soffrono di frequenti infiammazioni o infezioni della vagina (vaginiti) perché possono favorire infezioni più frequenti. Le spugnette contraccettive sono in vendita negli Stati Uniti e risultano sicure al 90% circa.
Creme spermicide Si trovano in commercio in diverse formulazioni (creme, tavolette, ovuli, gel o schiume) ma con medesima azione: bloccano e distruggono gli spermatozoi. Vanno applicate da 30 a 60 minuti prima del rapporto, direttamente in vagina o sulle spugnette o sul diaframma e hanno durata di azione molto breve (non oltre 1 ora).
Se ne sconsiglia l’utilizzo ravvicinato in elevate dosi perché possono avere azione irritante sulla mucosa vaginale. Non si trovano più in commercio da alcuni anni.
Spirale o IUD (dispositivo intrauterino) Si tratta di un piccolo dispositivo di plastica e rame a forma di T, che viene posizionato dal ginecologo all’interno dell’utero attraverso il canale cervicale, possibilmente negli ultimi giorni del flusso mestruale o entro i primi due dal suo termine poiché, in tale periodo, il canale cervicale è più ampio e dunque l’inserimento risulta più facile e meno fastidioso, mentre si esclude la possibilità che sia già iniziata una gravidanza senza che la donna se ne sia ancora resa conto.
La spirale (così chiamata perché i primi tipi avevano appunto la forma di una spirale) può anche contenere un materiale metallico (rame) o una sostanza farmacologicamente attiva (un progestinico come il levonorgestrel) quale rivestimento del braccio lungo della T: entrambi (il metallo e il farmaco) aumentano infatti l’efficacia contraccettiva della spirale modificando la composizione chimica del muco che riveste l’interno dell’utero, rendendolo ostile agli spermatozoi e impedendo all’ovulo di aderire alla parete dell’utero stessa.
Il dispositivo può essere tenuto in sede anche per 5-10 anni e viene facilmente rimosso dal ginecologo in qualsiasi fase del ciclo mestruale. Come qualsiasi intervento medico, può presentare alcuni effetti collaterali, tra i quali il più frequente è l’espulsione nei primi 3 mesi successivi al posizionamento in utero. Ciò avviene soprattutto nelle giovani donne e nelle “nullipare” (ossia nelle donne che non hanno ancora avuto figli), pertanto tale scelta è sconsigliata per queste categorie.
Si sconsiglia l’uso della spirale anche alle donne che hanno avuto gravidanze extrauterine e a quelle con una storia di malattia infiammatoria pelvica, ossia soggetti con situazioni caratterizzate da una grave infezione che interessi l’intero apparato genitale. È un presidio invece molto utile e consigliato dai ginecologi a donne con abbondanti flussi mestruali o con sanguinamenti tra un ciclo e l’altro, come si verifica nella fase prima della menopausa, perché il farmaco contenuto nella spirale (il progestinico) produce non solo effetti contraccettivi, ma anche curativi sulla mucosa dell’utero, riducendo appunto la quantità dei flussi e i sanguinamenti tra i cicli mestruali.
La spirale garantisce una contraccezione a bassissimo rischio e di lunga durata (da 3-5 anni fino a 10) ma non offre protezione contro le infezioni sessualmente trasmesse.
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