Avvelenamenti -Intossicazione da funghi
Queste intossicazioni sono molto più frequenti nel periodo tra settembre e novembre, quando vengono consumati più funghi raccolti rispetto a quelli acquistati. Nella maggior parte dei casi, l’intossicazione è causata da funghi con tossicità unicamente gastrointestinale e si manifesta quindi con sintomi quali nausea, vomito, diarrea e dolore addominale che generalmente si risolvono spontaneamente o richiedono una terapia sintomatica con antispastici, antivomito e reidratazione. In circa il 10 % dei casi l’intossicazione è causata da funghi contenenti sostanze mortali chiamate amatossine, che distruggono in modo irreversibile le cellule del fegato e provocano una grave insufficienza epatica e renale, la cosiddetta sindrome falloidea. I funghi responsabili sono l’Amanita phalloides, l’Amanita verna, l’Amanita virosa, la Galerina autumnalis. È sufficiente anche un solo “cappello” di Amanita phalloides, pari a circa 20 grammi, per determinare gravi intossicazioni potenzialmente mortali. La sopravvivenza del soggetto intossicato è legata alla possibilità che si salvi una parte di fegato sufficiente per la vita o alla buona riuscita di un trapianto di fegato.
Amanita phalloides Si trova nei boschi di latifoglie, preferenzialmente querce. Può essere confusa con varietà non tossiche di Amanita. Provoca una sindrome falloidea con sintomi gastrointestinali, insufficienza epatorenale, shock, coma e morte. Il tempo di latenza tra l’ingestione e la comparsa dei sintomi è di 6-24 ore. La cottura non inattiva la tossina.
Amanita verna Si trova già in primavera nei boschi di latifoglie. Può essere confusa con specie commestibili del genere Psalliota. Provoca una sindrome falloidea simile all’Amanita phalloides.
Amanita virosa Si trova nei boschi di aghifoglie, non è molto diffusa. Ha un odore fetido, sgradevole e provoca una sindrome falloidea.
Galerina autumnalis Fungo marrone di piccole dimensioni (diametro del cappello 2-5 cm, altezza 5 cm) che cresce dentro il legno di vecchie querce. Anch’esso contiene l’amatossina e provoca una sindrome falloidea mortale.
Amanita muscaria Fungo bello e molto diffuso (si trova nei boschi di conifere e latifoglie da giugno a settembre). È velenoso, anche se non mortale. Provoca la sindrome panterinica, con effetto allucinatorio e psicostimolante.
Consigli pratici È importantissimo non consumare funghi raccolti se non dopo che questi sono stati con certezza identificati da un micologo come commestibili. Una legge del 1993 ha reso obbligatoria alle ASL l’istituzione degli Ispettorati micologici, con funzioni di vigilanza e di controllo, che possono essere consultati da ogni cittadino. Un elemento importante da valutare è il periodo che trascorre tra l’assunzione dei funghi e la comparsa dei sintomi di intossicazione; quelli che provocano un’insorgenza tardiva dei sintomi (6-24 ore dall’ingestione) possono appartenere infatti alle specie più tossiche. Non va dimenticato tuttavia che spesso vengono contemporaneamente ingerite più specie fungine tossiche con la comparsa di manifestazioni cliniche miste; una breve incubazione può in questi casi mascherare i sintomi di una lunga incubazione, che compariranno solo tardivamente. Si ribadisce che la cottura non disattiva tutte le tossine presenti nel fungo; in particolare, le amatossine, che danneggiano e uccidono il fegato, resistono anche alle temperature di cottura dei cibi. Se dopo l’assunzione di funghi compaiono disturbi, soprattutto gastroenterici (nausea, vomito, dolori addominali, diarrea), occorre immediatamente consultare un Centro antiveleni o rivolgersi al Pronto soccorso.
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