Avvelenamenti -Intossicazione da farmaci
Paracetamolo Il paracetamolo è comunemente utilizzato sia come farmaco per abbassare la febbre (antipiretico) sia come analgesico.
Un’intossicazione clinicamente rilevante di paracetamolo si verifica in genere solo per assunzione di singole dosi maggiori di 7,5-10 grammi (15-20 delle comuni compresse da 500 mg) o di dosi di 6 grammi al giorno per più giorni. Dosi inferiori possono essere tossiche solo in alcuni soggetti, per esempio negli alcolisti cronici.
Le principali manifestazioni cliniche sono rappresentate da nausea, vomito, dolori addominali e sudorazione, che compaiono da 1 a 24 ore dopo l’ingestione della dose tossica e durano fino a 7 giorni.
La manifestazione più grave è la necrosi epatica acuta, che si osserva in genere per dosi superiori ai 10 grammi.
È opportuno, in caso di ingestione eccessiva, recarsi al più vicino Pronto soccorso nel più breve tempo possibile, in quanto il trattamento specifico è più efficace se iniziato entro 12 ore dall’assunzione della dose tossica.
I nomi commerciali del paracetamolo sono Acetamol, Tachipirina, Efferalgan. Co-efferalgan e Tachidol contengono insieme al paracetamolo anche la codeina.
Benzodiazepine Di largo impiego nella pratica clinica soprattutto come sedativi o induttori del sonno. Sono anche i farmaci più frequentemente utilizzati a scopo suicida.
Nei casi di intossicazione lieve, il paziente appare come “rallentato” ma è risvegliabile, mentre se vi è stata ingestione di maggiori quantità di farmaco è presente una grave alterazione dello stato di coscienza che può giungere fino al coma e all’insufficienza respiratoria. Va prestata anche particolare attenzione all’inalazione polmonare.
I soggetti intossicati possono presentare, a vari livelli di gravità, abbassamento della pressione arteriosa, della frequenza cardiaca e della temperatura corporea. Nei soggetti anziani, anche le dosi corrette usate in terapia possono risultare tossiche, specie se assunte insieme ad altri farmaci che esercitano un effetto depressore sul sistema nervoso centrale (effetto additivo). In questi casi è consigliabile non indurre il vomito e recarsi al Pronto soccorso il prima possibile.
Alcune tra le benzodiazepine di più frequente riscontro nella pratica clinica sono alprazolam (Xanax), bromazepan (Lexotan), clonazepam (Rivotril), delorazepam (En), diazepam (Valium), flunitrazepan (Roipnol), lorazepam (Tavor).
Antidepressivi triciclici La gravità dell’intossicazione è correlata con la dose del farmaco ingerita. Le principali manifestazioni di tossicità sono neurologiche (nervosismo-agitazione o sonnolenza e convulsioni) e cardiache (anomalie del ritmo) accompagnate a ritenzione urinaria, ridotta motilità gastroesofagea e secchezza delle fauci. Le manifestazioni più gravi di tossicità neurologica e cardiaca compaiono da mezz’ora a 6 ore dopo l’ingestione della dose tossica del farmaco. Antidepressivi triciclici sono l’amitriptilina (Laroxyl) e la clomipramina (Anafranil).
Antidepressivi SSRI (inibitori della ricaptazione della serotonina) Le manifestazioni cliniche più frequenti dell’intossicazione da questi farmaci comprendono nausea, vomito, diarrea, eccitazione, tremori, aggressività, aumento o riduzione della frequenza cardiaca e, per dosi molto elevate, letargia, depressione respiratoria e rigidità muscolare. Può manifestarsi anche la cosiddetta sindrome serotoninergica determinata anche da una singola dose di questi farmaci. Tale sindrome dipende proprio dal meccanismo d’azione di questi antidepressivi, che determinano l’aumento dei livelli di serotonina nel sangue. Si possono manifestare forme lievi con aumento della frequenza cardiaca (tachicardia), brividi, sudorazione e tremori, fino a forme gravi con marcato aumento del tono muscolare e grave incremento della temperatura corporea (ipertermia maligna).
Generalmente il quadro clinico non è grave, ma è fondamentale rivolgersi al Pronto soccorso nel più breve tempo possibile.
I principali antidepressivi della classe degli inibitori della ricaptazione della serotonina sono citalopram, escitalopram, fluoxetina, sertralina paroxetina, venlafaxina.
Barbiturici Utilizzati a lungo come sedativi, anestetici e antiepilettici, attualmente vengono usati molto meno perché sono stati messi in commercio farmaci più sicuri ed efficaci.
Alcuni barbiturici ad azione prolungata sono fenobarbital e primidone. Tali farmaci determinano depressione del sistema nervoso centrale, fino al coma respiratorio. La dose in grado di provocare tossicità acuta da fenobarbital è pari a 1 grammo, quella letale va da 2 a 10 grammi.
L’intossicazione lieve determina sintomi simili a quella da alcol e comprende difficoltà più o meno marcate di movimento, di articolazione della parola e dello stato di coscienza. Le intossicazioni gravi, invece, provocano rallentamento della respirazione fino all’arresto respiratorio. Possono essere presenti anche abbassamento della pressione arteriosa, della temperatura corporea e degli zuccheri del sangue (ipoglicemia).
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