Primo Soccorso
Pronto intervento in età pediatrica
Qualche comportamento virtuoso
Alcune cose che i genitori dovrebbero fare per favorire una buona igiene del sonno:
- stabilire dei ritmi regolari del sonno;
- stabilire abitudini adeguate: i bambini dovrebbero dormire sin da piccoli in una situazione di silenzio e penombra o buio. Un lattante che viene abituato a dormire in cucina o in soggiorno e che in occasione di un breve risveglio si trova immerso tra i rumori familiari e in un ambiente luminoso, stenterà a accettare il silenzio e il buio della notte;
- mettere a letto il bambino quando è assonnato ma ancora sveglio;
- uscire dalla stanza prima che il bimbo si addormenti perché possa acquisire la capacità di addormentarsi anche quando il genitore non è presente;
- non cullarlo e non farlo passeggiare in carrozzina;
- non portarlo a spasso in macchina;
- evitare che si addormenti mangiando, bevendo tisane, toccando i capelli del genitore, nel lettone di mamma e papà, altrimenti al momento del risveglio durante la notte per riaddormentarsi avrà bisogno degli stessi rituali utilizzati la sera;
- durante la notte, a meno che non si tratti di un lattante dei primi mesi di vita, non offrire cibo e bevande;
- non rendere evidente al bambino il proprio stato di agitazione, disperazione, non inquietarsi e lamentarsi davanti a lui mentre piange.
E se non si è capaci di fare tutto questo?
Non è così scontato che i genitori siano in grado di mettere in atto tutti questi accorgimenti e che quindi la terapia comportamentale da sola possa avere successo. Molti non riescono proprio al resistere al pianto protratto del bambino e sono in difficoltà a stabilire una routine serale corretta e buone pratiche di riaddormentamento.
Capita spesso che questi genitori richiedano al pediatra farmaci per aiutarli a far dormire meglio il bambino. Il farmaco viene visto da qualche genitore come la soluzione più veloce e forse anche più comoda per risolvere il problema. Occorre però considerare che non esiste un farmaco davvero efficace e sicuro che faccia dormire i bambini, escludendo ovviamente sedativi e sonniferi di sintesi inaccettabili per l’età. Viene utilizzata molto la niaprazina (Nopron), un antistaminico che come effetto collaterale induce un po’ di sonnolenza (anche questo prodotto però non ha prove certe di efficacia e sicurezza).
Alcune piante medicinali come passiflora, melissa, camomilla, valeriana (da non usare sotto i tre anni) sono usate ormai da millenni e la tradizione popolare attribuisce loro una buona efficacia, senza riscontro di effetti collaterali. Sarà sempre il pediatra a decidere se e quando è necessario ricorrere a un prodotto a base di piante medicinali (di cui è in grado di valutare la qualità) o a un farmaco di sintesi per trattare l’insonnia infantile, in modo tale da supportare i genitori durante il periodo di rieducazione del bambino a un sonno più regolare, per apportare sollievo regalando di tanto in tanto qualche notte di sonno alla famiglia, per venire incontro alla necessità del bambino di un sonno più regolare. Piante medicinali o farmaco rappresentano un sostegno complementare ai tentativi di rieducazione, in grado di aiutare i genitori ad accettare meglio l’impegno educativo e il carico di tensione che il percorso comportamentale comporta.
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