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Disinfettanti e antisettici cutanei: indicazioni e controindicazioni
Il campo dei disinfettanti cutanei è molto vasto e spesso viene fatta confusione tra disinfettante e antisettico.
Il disinfettante è una sostanza che si utilizza sulla cute integra, in linea di massima prima di particolari procedure quali, per esempio, iniezioni intramuscolari o endovenose. Vista la sua tossicità sui tessuti feriti, è assolutamente da evitare l’applicazione su lesioni della pelle e delle mucose (bocca, vagina, glande). Molte volte i disinfettanti (primo fra tutti l’alcol etilico a 90°, quello rosa che si tiene in casa) sono utilizzati direttamente sulle ferite, arrecando un dolore insopportabile al malcapitato. L’impiego di un disinfettante piuttosto di un altro deve essere determinato da alcune precise considerazioni:
- composizione;
- tipo d’utilizzo;
- tipo di microbi da trattare.
Le concentrazioni sono importanti in quanto viene a modificarsi l’effetto battericida, anche il tempo di contatto e la corretta conservazione prima e dopo l’apertura sono fondamentali per una disinfezione efficace. In particolare, la bassa tossicità ha un ruolo fondamentale nella scelta del disinfettante ideale per il trattamento della cute lesa. Il disinfettante può anche essere impiegato per igenizzare superfici come i mobili, i lettini ecc.
Gli antisettici si utilizzano invece su tessuti lesionati o sulle mucose. In genere, si utilizzano soluzioni acquose e mai alcoliche. Nonostante siano stati concepiti per l’utilizzo sulle ferite o sulle mucose, l’impiego degli antisettici è a ancora discusso. Molti studi scientifici hanno analizzato l’effetto di queste sostanze sulle cellule e i risultati dimostrano chiaramente che esplicano un’azione lesiva sulla riproduzione cellulare, cioè sono tossici per le cellule e per i tessuti (citotossici e istotossici). Oltre a un impiego non sempre corretto dei disinfettanti e degli antisettici, capita molte volte che le modalità di conservazione e di applicazione di queste sostanze siano del tutto sbagliate. Si raccomanda pertanto di evitare le seguenti pratiche:
- tenere in un armadio per mesi, o anche anni, un contenitore di disinfettante già aperto (un errore molto comune);
- acquistare confezioni che contengono grandi quantità di prodotto (per esempio, bidoni da 5 litri);
- utilizzare un disinfettante conservato in un contenitore e, una volta terminato, rabboccarlo con un nuovo prodotto;
- aprire un contenitore e non chiuderlo dopo l’uso;
- contaminare la parte interna del tappo toccandolo o appoggiandolo su un piano;
- toccare con il cotone la parte esterna del contenitore.
Come qualsiasi altra sostanza, anche i disinfettanti si contaminano. Un’idea molto diffusa è che al loro interno i batteri non crescano o non si moltiplichino: nulla di più sbagliato. I disinfettanti aperti e conservati per un lungo periodo possono essere colonizzati da miliardi di batteri che poi vengono trasferiti sulla pelle.
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